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Banca d’Italia: la ricchezza delle famiglie italiane vale 10 mila miliardi

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Cresce la ricchezza delle famiglie Italiane. Il dato riportato nell’Ultimo Bollettino di Banca D’Italia realizzato in collaborazione con l’Istat indica una certa staticità delle scelte, ma soprattutto indica una concentrazione di ricchezza sempre più forte, soprattutto se il confronto lo si fa con gli altri Paesi.

A fine 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 10.010 miliardi di euro.  E’ cresciuta dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. Le abitazioni, che hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda, per un valore di 5.163 miliardi.

Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.800 miliardi, in crescita rispetto all’anno precedente, soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative. Il totale delle passività delle famiglie, pari a 967 miliardi, è rimasto pressoché stabile rispetto al 2019. Nel confronto con alcune economie avanzate, la ricchezza netta delle famiglie italiane resta elevata se rapportata al reddito lordo disponibile mentre è tra le più basse se rapportata alla popolazione.

 

 

Cresce il peso delle attività finanziarie sulla ricchezza lorda delle famiglie

Alla fine del 2020 le abitazioni costituiscono circa la metà della ricchezza lorda delle famiglie. Dal lato finanziario, il risparmio gestito (quote di fondi comuni, riserve assicurative e fondi pensione) è stato pari al 17% della ricchezza lorda, seguito dai depositi (14%) e dalle azioni e altre partecipazioni (9%).

Il peso delle abitazioni sul totale delle attività è passato dal 46% al 54% tra il 2005 e il 2011. Successivamente, la tendenza alla discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale ha determinato una riduzione del valore medio delle abitazioni con la conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa. Nel 2020 la quota delle abitazioni sulla ricchezza lorda è stata pari al 47%, un valore solo leggermente superiore a quello osservato nel 2005. Dal lato finanziario, nel confronto con il 2005 è aumentato il peso del risparmio gestito (dall’11% al 17% nel 2020) e dei depositi (dal 10% al 14%) sulle attività mentre si è ridotta la quota di azioni e altre partecipazioni (dal 12% al 9%) e, in misura maggiore, dei titoli (dall’8% al 2%).

 

 

La ricchezza netta delle famiglie italiane è elevata in rapporto al reddito disponibile

Alla fine del 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 8,7 volte il reddito disponibile, misurato al lordo degli ammortamenti (Figura 4). Questo rapporto è più basso solo di quello osservato in Spagna (ultimo dato disponibile relativo al 2019), è simile a quello della Francia e più elevato rispetto a quello osservato in Canada, in Germania, nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Il calo dell’indicatore relativo all’Italia tra il 2012 e il 2018 ha nettamente ridotto il divario positivo rispetto ad altri paesi, in particolare la Francia. In Italia l’indicatore è tornato a crescere solo nel 2019 e nel 2020. In Germania, nonostante il graduale aumento osservato nell’ultimo decennio, il rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile è rimasto invece sensibilmente inferiore a quello degli altri paesi.

 

 

Misurata in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta delle famiglie italiane alla fine del 2020 è invece inferiore a quella degli altri paesi, a eccezione della Spagna (ultimo dato disponibile relativo al 2019; Figura 5). Nel confronto internazionale, spicca la forte crescita della ricchezza netta pro capite delle famiglie statunitensi dal 2012, sospinta principalmente dalla dinamica dei prezzi delle attività finanziarie.

 

 

Il peso delle attività reali sulle attività complessive delle famiglie per l’Italia (56%) è risultato simile a quello di Francia e Germania, inferiore a quello della Spagna (69%, relativo al 2019) e superiore a quello degli altri paesi, confermando la rilevanza degli investimenti non finanziari, e soprattutto immobiliari, nel nostro paese (Figura 6). Dal 2012 al 2020, tuttavia, è gradualmente aumentato il peso degli investimenti finanziari, con un incremento complessivo di quasi 7 punti percentuali.