Blackout. Siamo quasi all’allarme rosso.

Kosovo al buio, in Spagna è psicosi, Germania ed Austria esercitano le popolazioni. Apprensione in Italia.

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Rischio blackout. In Kosovo razionata l’energia. Accaparramenti in Spagna. In Italia si muove la protezione civile. Vox Populi, vox Dei. Dicevano gli antichi.

 

Se  ne parlano i popoli, vuol dire che la voce arriva dell’ alto, da Dio ed è una voce che riguarda molto da vicino le nostre vite. Sempre sull’orlo di un cambiamento epocale dietro l’altro. Del resto abbiamo scritto più volte di quest’argomento 

Lo abbiamo fatto in tempi non sospetti quando in pochi si stavano rendendo conto di ciò che stesse accadendo.

In Kosovo hanno cominciato con il razionamento del gas e dell’energia elettrica. In Spagna sono stai assaltati i negozi di ferramenta alla ricerca di torce e bombole del gas. In Austria fanno esercitazioni anti blackout. In Italia i siti di molte regioni, province e comuni riportano le indicazioni della protezione civile con tutti i consigli in caso di blackout. Che cosa bolle in pentola? C’è chi parla, spesso senza cognizioni di causa, di BLACKOUT di fine anno.

Andiamo per ordine.

Tra notizie vere, previsioni assurde e preoccupazioni comprensibili, il tema energetico sembra diventare il punto nevralgico attorno a cui ruota il Mondo Pandemico. Anche l’inflazione è per quasi due terzi, generata dalla risalita dei prezzi dell’energia e gli equilibri geopolitici ruotano attorno ai prezzi dell’energia ed alle direttrici che gasdotti, oleodotti e barili di petrolio finiscono per prendere. Così mentre dopo la COP26 si parla di Net-Zero, di lotta al Climate Change, di investimenti ESG, ecco che in molti Paesi stanno riaprendo le centrali a carbone.

Elenchiamo i fatti.

L’Europa sta avendo un assaggio di quanto grave potrebbe diventare la crisi energetica di questo inverno guardando al Kosovo che ha iniziato a tagliare le forniture di elettricità alla maggior parte dei suoi 2 milioni di persone. Il paese balcanico, una delle nazioni più povere d’Europa, sta introducendo blackout di due ore per la maggior parte dei consumatori da giovedì scorso. Il sistema energetico del Kosovo è “sovraccaricato”, secondo l’utility KEDS, che ha chiesto “il massimo risparmio energetico”

Un malfunzionamento dell’unità nella principale centrale elettrica a carbone del Kosovo ha aggravato la consueta carenza di elettricità invernale, richiedendo importazioni “estremamente costose”. Importazioni di energia naturalmente.

I consumatori dovrebbero usare l’elettricità in modo più razionale dato che “la generazione interna è insufficiente per coprire i consumi e la crisi energetica globale”, hanno detto dalle aule di Governo.

Ma se in Kosovo si sono già ritrovati al buio in Spagna, invece, sembra essere nata una vera a propria “psicosi energetica”. Sono mesi che da quelle parti si parla ormai solo della bolletta elettrica che è aumentata, per una famiglia media , del 33%. In termini reali possiamo dire che, il conto in bolletta è aumentato di 181 euro per una tipica famiglia spagnola.. Come se non bastasse, il mese di ottobre è terminato con l’interruzione della fornitura di gas algerino che gli spagnoli ricevono via Marocco attraverso il gasdotto Medgaz.

Correnti di pensiero complottistiche guardano alla fine dell’anno come ad una Linea Maginot, uno spartiacque che porterebbe verso un Mondo buio e freddo.

Così da giorni gli spagnoli corrono nei negozi. Vanno a ruba bombole di butano e fornelletti da campeggio, torce, lanterne e batterie. Una corsa all’acquisto che ha già provocato il tutto-esaurito in diversi negozi di ferramenta. A diffondere la paura del blackout elettrico hanno contribuito, non poco, post pubblicati sui social e su app di messaggeria istantanea. Probabilmente il tam-tam mediatico è partito dall’Austria, con la ministra della Difesa, Klaudia Tanner, che ha accennato ad un ipotetico rischio di “grande blackout” nel Paese, che si potrebbe poi estendere a macchia d’olio in Europa.

Ed è proprio dall’Austria che arrivano altri elementi di curiosità e di attenzione. Ma prima di passare da Vienna fermiamoci in Germania, 

Qui, Leonhard Birnbaum,, CEO di EON ha appena annunciato un enorme programma di investimenti da 27 miliardi di euro, la maggior parte (80%) dei quali andrà alla propria rete di distribuzione, la più grande in Germania. Giustifica questi investimenti in un’intervista all’Handelsblatt .

Non ci sono praticamente riserve rimaste nella rete”, afferma Birnbaum. La ragione di tutto ciò è – Birnbaum non lo dice esplicitamente – legata alla transizione energetica. Negli ultimi dieci anni la rete ha saputo far fronte all’aumento delle rinnovabili.” Ma ora siamo solo al limite”, dice. Inoltre, c’è una domanda in rapida crescita da parte dell’industria, ad esempio dalle fabbriche di batterie o chip.

Lui comunque non vede alcun rischio di blackout, vale a dire interruzioni di corrente non annunciate e diffuse. Ma ciò che Birnbaum promette invece per evitare che ciò accada non è meno spaventoso: Eon potrebbe essere costretta a disconnettere consapevolmente i consumatori dalla rete in maniera sellettiva.

Insomma anche in questo settore si sta creando comunque tanto allarmismo e tanta disinformazione. Così visto quello che sta succedendo sarebbe meglio che governi, governanti politici e addetti ai lavori rendessero la cittadinanza ben informata su queste argomentazioni.In Austria si fa proprio questo e il 21 novembre scorso è stata indetta La giornata di esercitazioni proprio contro i blocchi di energia. (Nella foto sotto).

 

 

 

Gli analisti di Goldman Sachs hanno anche recentemente avvertito di un potenziale blackout invernale in un rapporto sul mercato del gas. La Russia ha  interrotto le sue esportazioni di fertilizzanti perché i fertilizzanti sono diventati molto scarsi e costosi a causa dell’aumento dei prezzi del gas naturale.

E in Italia?

Da noi per fortuna l’allarmismo sembra più contenuto. Non ci sono corse nei negozi, non ci sono accaparramenti di alcun genere. Questo non toglie che la situazione sia affatto tranquilla, tanto che ci sono molti enti territoriali che, in collaborazione con la Protezione Civile, stanno costruendo materiale d’ informazione nella gestione di eventuali emergenze.

https://www.provincia.bz.it/sicurezza-protezione-civile/protezione-civile/crisi-energetiche-e-blackout.asp

https://www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/cosa-fare-blackout-elettrico

https://www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/it/protezione-civile/black-out-elettrici-cosa-fare-in-assenza-di-corrente

https://www.regione.vda.it/protezione_civile/cosa_fare_emergenza/blackout_i.aspx

https://www.comune.parma.it/protezionecivile/Black-out.aspx

http://131.1.231.197/index.php/portale-della-protezione-civile/rischio-industriale/123-protezione-civile/news-ed-eventi/5338-black-out

Qui ve ne riportiamo alcuni ad esempio. Seguiteli, così come fatevi supportare dalla Protezione Civile. Le loro informazioni sono molto puntuali ed aiutano a comprendere che strada percorrere. Ci vuole informazione e competenza.

Speriamo però che sia TANTO RUMORE PER NULLA e che per una volta il detto con cui abbiamo aperto questo articolo (  Vox Populi Vox Dei ) non trovi, per una volta, riscontro in questa realtà.

 

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