Dopo un lunghissimo quanto estenuante muro contro muro, più volte sul punto collassare insieme all’intera operazione, l’Unione Europea è pronta a dare il via libera alle nozze tra il big tedesco Lufthansa e la piccola Ita Airways.
“La data è fissata, sono convocati gli sposi e i testimoni. In questo momento penso che convoleremo a nozze”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ad oggi detiene l’intero capitale della società dalla livrea azzurra sorta dalle ceneri della vecchia Alitalia.
L’operazione, che risale a maggio 2023, prevede un aumento di capitale riservato da 325 milioni che porterà i tedeschi al 41% di Ita: il denaro resterà nei serbatoi della compagnia che poi in prospettiva vedrà Lufthansa salire in maggioranza.
Il termine formale dei negoziati con la concorrenza Ue scade il 4 luglio, ma ieri è stata trovata la quadra almeno dal punto di vista tecnico. Quindi, a meno di sgarbi politici dell’ultimo istante da parte della Commissione europea l’alleanza si farà.
A qual punto Ita, troppo piccola per restare da sola, avrà un “hangar” europeo da cui decollare. Lufthansa ha infatti nel corso degli anni già inglobato Swiss, Brussels Airlines, Austrian ed Eurowing. Ma quale è stato il prezzo per convincere l’inflessibile guardiana della Concorrenza Ue, Margrethe Vestager.
Come detto la trattativa è stata complicata. Due i problemi principali agli occhi della Dg Comp Ue:
- la posizione di grande forza che avrebbe avuto di Ita-Lufthansa sull’aeroporto di Milano-Linate.
- i voli transoceanici verso il Nord America. Perché proprio i voli di lungo raggio sono i più profittevoli per il settore.
Lo scoglio di Linate era già stato più meno superato con la promessa a rinunciare fino a 34 voli da e per lo scalo lombardo. Cioè 15-17 coppie di slot, pari al 10-12% del totale disponibile e da confrontare con il 7% oggi detenuto da Lufthansa (11 slot). I
l passo indietro lascerà potenzialmente spazio nei collegamenti con Milano a concorrenti quali Air France, British Airlines o Iberia, oltre che alle low cost come Ryanair.
Ancora più intricato l’affaire delle rotte verso Stati Uniti, Canada e in generale il lungo raggio. Il diktat Ue voleva inizialmente che Ita fosse bandita per sempre o perlomeno per 11 anni dall’asse che Lufthansa ha con l’americana United e con Air Canada.
Una condizione inaccettabile per Ita e per l’azionista Tesoro, perché avrebbe messo a repentaglio i margini operativi e quindi la tenuta del bilancio della società. Così con Lufthansa si sarebbe trovato un altro impegno da immolare sull’altare della Concorrenza di Bruxelles. Il rimedio avanzato è di aprire tutte le tratte più critiche agli altri gruppi, più un’altra serie di vincoli sui voli.
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Oggi la Ue ha definito “buoni” gli impegni proposti da Ita-Lufthansa, ma resta in attesa di vederli formalizzati. Come ha detto con amara ironia Giorgetti, anche se ormai è improbabile, potrebbe sempre presentarsi a Bruxelles il Don Abbondio della situazione e bloccare tutto. I “Bravi” di manzoniana memoria non mancano.