Economia

Capacità di sopportazione e di reazione degli italiani di fronte alla pandemia

Economia

La ricerca del Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo ed Episteme attraverso gli indici sintetici di sopportazione e reazione degli italiani rileva che:

  • il Paese ha tenuto, ma ha poco slancio verso il futuro
  • le famiglie rappresentano un fattore determinante nella capacità di reazione del Paese
  • i giovani sono pronti ad affrontare il futuro nonostante le difficoltà
  • le donne risultano più pronte degli uomini a reagire alla crisi
  • formazione e conoscenza dei concetti base dell’economia fanno la differenza e sono correlate positivamente ad alta capacità di sopportazione e di reazione

Milano/Torino, 26 ottobre – Formazione e conoscenza aiutano a sopportare le difficoltà e a reagire. Giovani e famiglie sono il perno intorno al quale può ruotare la ripartenza del Paese. Servono però maggiori competenze economiche e progettualità di risparmio. È la fotografia scattata degli italiani da parte della Ricerca “Capacità di Sopportazione e di Reazione degli Italiani di fronte alla pandemia” a cura del Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo ed Episteme che ha misurato per la prima volta gli indici sintetici relativi alla capacità di sopportazione e di reazione del Paese a sei mesi dallo scoppio della pandemia.

La ricerca, condotta con 2000 interviste CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) a un campione rappresentativo della popolazione italiana di 18-74 anni per sesso, età, area geografica di residenza, di tipo panel nel periodo di settembre 2020, ha indagato gli atteggiamenti e i comportamenti degli italiani di fronte alla crisi sanitaria e conseguentemente economica e sociale in atto, focalizzandosi appunto su due indici: la Capacità di Sopportazione, relativa alla gestione delle difficoltà a partire dalle condizioni e dei fattori fondamentali che concorrono a determinarne la gravità e la Capacità di Reazione, che rimanda al rilancio e alla riformulazione dei propri obiettivi di vita: reagire guardando avanti e trovando un nuovo equilibrio.

Giovanna Paladino, Direttore Museo del Risparmio e curatrice della ricerca, ha commentato così i risultati: “Gli indici che abbiamo calcolato sulla base di questa ricerca forniscono una visione non solo economica, ma anche sociale e psicologica della capacità del Paese di affrontare la crisi. L’istruzione e l’educazione finanziaria si mostrano un volano per la tenuta e la capacità di ripresa insieme all’attitudine al risparmio e al supporto della rete familiare, che si confermano elementi fondamentali per gli italiani. L’indagine evidenzia che un aumento delle competenze economiche di base, il coinvolgimento delle donne nella forza lavoro insieme a un approccio al risparmio coerente con una progettualità futura e con l’investimento sono elementi determinanti per far ripartire l’economia”.

GLI INSIGHT DI RICERCA

Tra le principali evidenze emerge una buona tenuta del Paese in riferimento alla molteplicità di componenti che concorrono a formare la Capacità di Sopportazione degli italiani, tra cui soprattutto l’abitudine al risparmio e il supporto della rete familiare. La maggioranza degli italiani ha infatti subito un danno limitato o non ha riportato alcun danno (il 27.9% ha riportato un danno lieve, il 21.3% nessun danno), con i due indici solo debolmente correlati: mentre il primo dipende soprattutto dalle risorse materiali che si posseggono, il secondo è determinato anche dalle capacità personali, di proattività e tenuta psicologica.

Agli italiani sembra però mancare soprattutto la capacità propulsiva alla base dell’impegno individuale e il sostegno motivazionale che proviene dall’avere degli obiettivi di vita da realizzare: emerge un Paese seduto, con una debole visione del futuro e pochi sogni, come misurato dall’indice di Reazione. (Per la maggioranza degli italiani, pari al 53.3%, la pandemia non ha prodotto alcuno stimolo in più per la realizzazione di progetti personali. Anche pensando al futuro, gli italiani si dichiarano pronti ad affrontare sacrifici economici più come risposta alla preoccupazione per il contesto, 21.6%, che per la realizzazione di un sogno o il raggiungimento di un obiettivo, 8.5%.).

Il possesso di una buona formazione (titolo di studio) e la conoscenza dei concetti base dell’economia sono un volano per una alta capacità di sopportazione e una alta capacità di reazione. Chi si dota di strumenti interpretativi riesce ad affrontare con maggiore successo le difficoltà economiche e mostra maggiore spirito di adattamento e flessibilità. (Chi ha una laurea, consapevolezza delle proprie capacità materiali e conosce concetti quali tasso di interesse, inflazione, diversificazione del rischio ha un Indice di Sopportazione maggiore di 7.3 punti (49.7 vs 42.4 della popolazione italiana) e un Indice di Reazione maggiore di 13 punti (60.7% vs 47.7).

Fanno eccezione i giovani, che risultano ottimisti consapevoli. Pur avendo affrontato le difficoltà legate alla pandemia emergono come il segmento più pronto ad affrontare il futuro. Hanno infatti la migliore capacità di sopportazione e il più alto potenziale di reazione, grazie a istruzione, ottimismo, voglia di realizzare progetti, risorse economiche a disposizione e sostegno della rete familiare. (L’Indice di Sopportazione è pari a 44.6 punti, mentre i 35-54enni totalizzano 42.7 punti e i 55-74enni 41. Per quanto riguarda l’Indice di Reazione, i 18-34enni arrivano a totalizzare 55.4 punti, mentre nei 35-54enni l’Indice scende a 52.5 e nei 55-74enni si ferma a 40 punti)

Le famiglie con figli rimangono un fattore determinante nella vita del Paese: nonostante le difficoltà economiche che ne hanno assottigliato la capacità di sopportazione, si rivelano dotate di un’importante forza reattiva, non solo grazie al supporto e al sostegno che sa offrire, ma anche perché al suo interno si trova un grande serbatoio di risorse e stimoli utili ad alimentare la capacità di reazione dei suoi membri. (L’Indice di Sopportazione delle famiglie con figli è pari a 41 punti, il valore sale a 43.7 per le famiglie senza figli e a 46 per i single. Il loro Indice di Reazione invece è pari a 49.5, contro il 42.7 delle famiglie senza figli e il 46.4 dei single).

Le donne superano gli uomini per quanto riguarda la capacità di reazione, ma la bassa presenza nel mercato del lavoro, il reddito inferiore e la scarsa conoscenza dei concetti economici di base le rendono meno capaci di sopportazione. (L’Indice di Reazione delle donne è pari a 48 punti, mentre per gli uomini si ferma a 47.4. per le donne laureate con figli l’Indice raggiunge i 53.6 punti. L’Indice di Sopportazione è invece pari a 42.1 punti, contro i 42.7 degli uomini).

L’analisi del gap occupazionale tra donne e uomini non sembra aprire alla riduzione del divario: una parte consistente delle donne casalinghe dichiara non solo di aver scelto liberamente di occuparsi della casa e della famiglia ma soprattutto di non essere intenzionata a entrare nel mondo del lavoro neanche a fine pandemia. La possibilità di una crescita nelle capacità di sopportazione dell’universo femminile risulta così vincolata alla scelta di cercare o meno impiego. (Ha scelto liberamente di volersi occupare della casa e della famiglia il 28.8% delle donne. Le non intenzionate a entrare nel mondo del lavoro neanche a fine pandemia sono il 40.7% delle casalinghe/inattive.)

Anche se si analizza il livello di salute fisica e psicologica degli italiani sembra che la pandemia non abbia prodotto effetti evidenti. La percezione di un peggioramento della propria salute non è infatti diffusa. Solo una parte minoritaria degli italiani riconosce di essere uscita dal lockdown debilitata, soprattutto a livello psicologico: tra di essi le giovani donne e gli alto-istruiti. (Il 67.4% degli italiani gode di una buona salute fisica e il 66.2% di una buona salute psicologica. Solo l’11.8% lamenta un peggioramento fisico a seguito della pandemia, ma il dato sale al 19.8% se si considera il livello psicologico. Tra i segmenti più sotto stress si trovano le donne under 35 (peggioramento psicologico nel 26% dei casi) e tra gli alto-istruiti (al 23.9%).

L’alfabetizzazione finanziaria si conferma terreno ostico per gli italiani, specie giovani e donne, ma porta a ripercussioni positive sulla capacità di sopportazione. Tasso di interesse, diversificazione del rischio, inflazione sono i tre concetti base dell’economia sulla cui conoscenza sono stati interrogati i partecipanti alla ricerca. Solo il 43.6% degli italiani conosce bene tutti e tre i concetti e le donne e i giovani sono i segmenti meno alfabetizzati finanziariamente. (Solo il 35.6% delle donne e il 29.4% degli under 35enni conoscono tutti e tre i concetti economici, a differenza del 52.2% degli uomini). Chi conosce tutti e tre i concetti economici mostra avere una maggiore capacità di sopportazione (con un valore di 46 punti, vs i 42.4 della popolazione italiana, e una maggiore capacità di reazione (con un valore di 51.2 punti, vs i 47.7 della media nazionale).