L’Unione Europea sta lavorando alacremente in queste ore sulle nuove sanzioni da applicare contro Mosca, e l’argomento divide gli Stati dell’Unione Europea, secondo quanto riportato dal Financial Times infatti, alcuni stati membri propongono di includere nelle nuove sanzioni anche lo stop all’importazione di carbone, petrolio e gas russo ma non tutti approvano.
Ci troviamo davanti a sanzioni decisamente pesanti che si ripercuoteranno negativamente sulla nostra economia in modo esponenziale considerata la nostra “dipendenza” dalla Russia, come infatti stiamo già prendendo atto del ritorno più che sfavorevole sul nostro sistema economico delle sanzioni già applicate, boomerang che non riguarda soltanto l’aspetto del gas ma che sta influendo anche su altri settori economici importanti come quello del turismo, calzaturiero e dell’abbigliamento…
E’ vero che bisogna porre fine a questa guerra ma magari trovando altre soluzioni visto che a colpi di sanzioni nulla si sta risolvendo se non indebolire le economie dei paesi europei e dividere l’Europa ne è dimostrazione proprio oggi, la contrarietà di Austria e Germania ma a chi conviene invece …
Stiamo assistendo da troppo tempo ormai ad una guerra assurda dove dopo mesi di combattimenti che hanno causato la morte di migliaia di innocenti e distrutto intere città, oltre a non registrare né un vinto nè un vincitore, dirige il pensiero di molti all’esterno e lontano verso qualcuno che sta “guidando” questo conflitto e che non gli torna utile che per il momento vi si scriva la parola fine.
Il perché è rinvenibile dall’altra parte del mondo nell’INDOPACIFICO dove da lì sta ripartendo la ricostruzione del mondo geopolitico e fino a quando l’America non avrà ottenuto ciò che vuole in quella parte di Nato2 o ancora meglio NATO asiatica, continuerà a fornire armi all’Ucraina come se non ci fosse un domani e cosi faremo noi in Italia e faranno gli altri paesi appartenenti all’Unione Europea e alla Nato.
Un apri parentesi in questo passaggio è doveroso, perchè viene da chiedersi: ma come, l’INPS non riusciva a trovare soldi per aiutare le famiglie e le aziende italiane in difficoltà per la lunga quarantena a causa della pandemia e oggi si trovano 10 miliardi per armare l’Ucraina? E pensare che l’Italia da sempre ripudia la guerra …
Cronologicamente parlando, questo conflitto esplode dopo che l’America ha abbandonato l’Afghanistan perché l’Australia era in difficoltà con la Cina nell’area del QUAD e aveva bisogno di aiuto americano, a seguito di questo conflitto l’America vuol tornare ad essere il fornitore di gas dell’Europa e isolare la Russia, e qui inevitabilmente si apre un’altra parentesi e pensare che noi abbiamo più di 2/3 dei giacimenti di gas inattivi che ci potrebbero rendere indipendenti sia dalla Russia che dall’ America ma non li possiamo attivare e siamo costretti a comprare il gas appunto oggi dall’America e non più dalla Russia perché la Russia è in guerra con l’Ucraina.
Nel soffermarsi a riflettere è una guerra particolare questa, dove migliaia di innocenti muoiono tra bombe e carri armati e un Presidente assediato dal “nemico” trova il tempo di fare dirette su grandi schermi tra un parlamento di uno Stato e l’altro del mondo per chiedere armi e in qualche modo sensibilizzare l’opinione pubblica che in effetti, oggettivamente parlando, grazie ai tanti media si sta orientando verso una sola direzione.
Ma torniamo nell’indopacifico perché è bene ripeterlo, è li che si sta facendo la guerra vera anche se senza bombe, dove si stanno registrando importanti movimenti dopo il compattamento dell’asse Americano / Unione Europea nel nome della NATO.
La guerra scatenata da Putin sta spingendo molti paesi di quell’area del mondo verso un rafforzamento, è una espansione della Nato Asiatica che già oggi riunisce Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Australia, India.
Proprio pochi giorni fa la Cina ha firmato un memorandum di intesa con la Cambogia, una mossa per rafforzare la sua posizione nel sud-est asiatico davanti alla crescente competizione geopolitica con gli Stati Uniti, in questo modo la Cina utilizza in modo esclusivo la base navale cambogiana sul golfo della Thailandia, facendo crescere la sua pressione militare su quella zona.
Ora si può dire con obiettività e raziocinio che questa guerra in Ucraina di fatto ha ricompattato il fronte Occidentale e diviso il mondo.
E l’America, come l’Europa e come il resto del mondo, sa benissimo che la risoluzione votata alle Nazioni Unite il 2 Marzo di condanna alla Russia per l’invasione dell’Ucraina ha avuto una forte risonanza dalle parti dell’Indopacifico che andrà inevitabilmente a rafforzare ed indebolire le alleanze attuali.
Non è indispensabile appesantire l’argomento in questo scritto su chi ha votato a favore o contro, spicca però in questa votazione, l’astensione dell’India tornata in primo piano con l’amministrazione Biden e sarà difficile che l’India si schieri contro Putin considerando che il 60% sei suoi armamenti sono russi nonostante acquisti armi anche dagli Stati Uniti, dalla Francia e Israele quindi i suoi legami con Putin sono ancora molto forti, va detto ed è importante che l’India ha bisogno si della Russia per via delle armi ma ha anche bisogno degli Stati Uniti e dell’Occidente per gestire l’espansione della Cina e torniamo a guardare al QUAD.
Nella stessa posizione si trova la Cina che sta temporeggiando pur di non prendere una posizione netta ma prima o poi sarà costretta a farlo.
La guerra in Ucraina non è una guerra fine a se stessa tra Putin e Zalensky è un momento determinante e di una importanza dalla valenza inquantificabile che porterà a scegliere da quale parte stare, i paesi del mondo non potranno restare in bilico e fino a quando questo non si chiarirà non si potrà mettere fine a questo dramma che ci sta coinvolgendo direttamente perché siamo in Europa, nella Nato e a quanto pare vicini all’America di Biden.
Da questo conflitto nasce una nuova Europa e il riassetto dell’intero pianeta.
Lorena Polidori, 5 aprile 2022