Economia

Cinema e Finanza: le crisi raccontate sul grande schermo

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Speculazione, derivati, stock option, mutui sub-prime, obbligazioni strutturate … termini sconosciuti ai più fino a qualche decennio addietro, o meglio fin quando la cosiddetta finanza globale non è entrata prepotentemente nelle nostre vite infrangendo i vetri degli uffici di Wall Street fino ad allora perimetro riservato agli addetti ai lavori.

Oggi la finanza è una componente fondamentale della nostra vita dalla quale non si può prescindere, potremmo senza alcun dubbio affermare che, nel mondo attuale, tutto è finanza mutuando tale certezza dal più noto detto tutto è politica; ed è realmente così perché qualsiasi azione posta in essere da ogni singolo individuo ha una conseguenza finanziaria  o deriva da una considerazione di carattere finanziario ed è ciò che fa girare il mondo.

 

Le dinamiche economico-finanziarie, le scelte in tema di politica economica e monetaria influenzano le vite di tutti noi e spesso decidono il successo o default di un imprenditore o azienda ma soprattutto di milioni di famiglie e singoli individui, a tal punto che i media hanno attribuito sempre più importanza a tale tematica tanto da intravederne un’opportunità ed iniziare a produrre serial e film per raccontarci cosa si cela dietro l’ultimo atto (il solo a noi visibile) che sancisce crollo di un’economia di un intero paese, il rapido successo di un’azienda o fenomeni permanenti o passeggeri di arricchimento o impoverimento di massa o gruppi di individui.

 

Il lavoro svolto da molti registi e case cinematografiche si è rivelato efficace ed utilissimo, al netto delle storie raccontate a se stanti, in quanto ha consentito a tutti la comprensione dei motivi per i quali si verificano degli eventi in ambito economico-finanziario e spunti di riflessione per i lavoratori del settore.

Molti sono i titoli sull’argomento ma alcuni ritengo siano dei must, o cult, da inserire nella vostra lista dei preferiti ai cui primi due posti non possono mancare The big Short (La grande Scommessa) e Too big to fail (Troppo grande per fallire) che sono due differenti visioni di ciò che accadde nel 2008 quando la caduta dei giganti USA innescò una reazione a catena in tutto il mondo.

Il primo racconta la crisi dal punto di vista di quei pochi che avevano intuito prima di tutti ciò che sarebbe accaduto ed iniziato ad investire al ribasso (short) su alcuni strumenti finanziari nonostante lo scetticismo dei più; mentre Too big to fail possiamo definirlo quasi un film-documentario attraverso il quale abbiamo la cronologia degli eventi che hanno portato al crollo finanziario e tutti i tentativi di salvare le banche in questione da parte del Governo, in entrambi i lungometraggi non è mancata la sagace maestria dei registi nel tingere di giallo i fatti con intrecci tra istituti di rating, banche e lobbies, insomma due film da vedere anche più di una volta.

Ci spostiamo nel Sud-Est Asiatico alla fine degli anni ’90 quando al Corea del Sud raschiò il fondo del barile nel 1997 con una svalutazione alle stelle e forti contrasti tra esponenti politici e membri della banca centrale in merito alle soluzioni da adottare per poi giungere in fine alla richiesta di aiuto al Fondo Monetario Internazionale non priva di sorprese. Il titolo in questione è Default, sebbene non brilli per intensità è in ogni caso abbastanza coinvolgente e rispecchia fedelmente ciò che accadde in quel periodo, interessante finestra sull’area sud-orientale dell’Asia che esalta il rally della Corea del Sud confrontando la situazione del ’97 e quella attuale.

Per concludere con i crolli … Margin Call, movie basato sula storia di una investments company e dei loro traders tra un venerdì ed un lunedì che si rivelerà nero per la stessa società; probabilmente questo film rende perfettamente l’idea dell’estrema volatilità dei mercati in determinate circostanze e di come si può passare dalle stelle alle stalle in un attimo e ricordare a tutti un detto famoso tra i traders, ovvero che i mercati salgono per le scale e scendono con l’ascensore.

Abbiamo naturalmente anche storie di grandi successi come Jobs, l’incredibile storia della Apple nata da un garage tra gli anni 70’ ed 80’ ed in poco tempo diventata antagonista di IBM all’epoca, passata dal quasi fallimento dell’89 (dopo aver mandato via Stevie Jobs) per poi decollare definitivamente quando fu deciso di richiamare Stevie per rilanciare l’Azienda e cambiare il mondo; The Social Network, la storia di Facebook e decine di altri titoli o serial, come Diavoli (in dieci episodi) ambientato nella City di Londra e focalizzato sulla storia di un grande trader al servizio di una banca d’affari.

Il cinema insomma ha fatto la sua parte ed evidenziato soprattutto le carenze legislative pre-crisi, soprattutto negli USA in cui dopo il 2008 la SEC (equivalente della Consob in Italia) di concerto con il Governo federale decise di regolamentare con norme più stringenti e punizioni più severe per il libertinaggio finanziario fino ad allora con pochi paletti, oggi però probabilmente si esagera in senso opposto.

Raggiungere un equilibrio che lasci intraprendere ed osare finanziariamente e nel contempo limitare gli eccessi è un compito arduo o alquanto impossibile, meglio una campagna globale di educazione finanziaria che instradi ognuno di noi a pensare e ragionare basandosi sulle proprie tasche e non cercando di imitare Warren Buffett …

 

Antonino Papa, 9 marzo 2022