Sono giorni di grande preoccupazione, con mercati obbligazionari e azionari in fase ribassista, in conseguenza del conflitto Russia/Ucraina e delle tensioni inflazionistiche in atto. In questo contesto, ho avuto modo di assistere ad alcuni interventi di esperti del settore al Salone del Risparmio appena conclusosi.
In particolare, uno di questi mi ha colpito in quanto si è voluto porre l’attenzione sui corretti comportamenti da adottare da parte degli investitori in fasi di volatilità accentuata come quella che stiamo attraversando.
Infatti, concordo nel ritenere fondamentale ritornare su concetti chiari e semplici per poter gestire al meglio i risparmi destinati alle esigenze di medio e lungo termine.
La storia ci insegna che una prima certezza riguarda il fatto che niente e nessuno è in grado di fermare il Progresso.
Se pensiamo agli anni ’70-’80, come eravamo vestiti, come comunicavamo, quale tecnologia era disponibile, che auto usavamo, come erano le nostre case, comprendiamo quale abisso ci sia rispetto ad oggi.
Il Progresso, negli ultimi cinquant’anni, è avvenuto attraversando situazioni davvero molto difficili, come la crisi energetica del ’73, la guerra del Golfo del ’90, gli attacchi terroristici delle Torri Gemelle del 2001, la crisi finanziaria mondiale del periodo 2007/2009 con il fallimento di Lehman Brothers, la crisi dell’Euro, della Grecia, la Brexit, sino ad arrivare alla pandemia del 2020 e alla guerra Russia-Ucraina di questo momento.
Eppure, dal 1960 al 2021, il PIL mondiale, al netto dell’inflazione, è passato da 10.871 miliardi a 86.653.
La conclusione a cui si può giungere è che l’Economia, che è il luogo in cui il Progresso si realizza, è un “camaleonte” che si adatta a qualsiasi tipo di situazione.
La seconda considerazione riguarda i Mercati Azionari, che rappresentano l’Economia Reale, i quali sono la macchina straordinariamente più capace di produrre ricchezza.
La terza considerazione, naturale conseguenza di quanto detto prima, ci porta a dire che a qualsiasi prezzo si sia entrati sui mercati diversificati mondiali, anche ai massimi nel caso più sfortunato, rimanendo investiti il tempo sufficiente si otterranno inevitabilmente risultati positivi.
Di conseguenza, la quarta riflessione consiste nel considerare ogni discesa significativa dei mercati, dovuta alle oscillazioni degli stessi, come una straordinaria opportunità di realizzare profitti futuri.
La volatilità costituisce il principale fattore incrementale di rendimento dei nostri investimenti.
Prendendo in considerazione le principali crisi economiche dal 1962 ad oggi (la Guerra in Vietnam e tensioni sociali del ‘69, la Prima Crisi Energetica del ‘73/’74, il Lunedì Nero del 1987, la Prima Guerra del Golfo del 1990, la Bolla della New Economy e gli attentati terroristici del 2001, la crisi finanziaria mondiale e il fallimento di Lehman Brothers del 2008) possiamo ricavare che, investendo in situazioni analoghe a quella che stiamo attraversando, i risultati negli anni successivi sono stati estremamente interessanti:
+14% dopo un anno;
+21% dopo 2 anni;
+28% dopo 3 anni;
54% dopo 5 anni;
166% dopo 10 anni.
CONCLUSIONI
In una situazione come quella attuale, lasciare i risparmi dormienti in conto corrente, come la gran parte degli Italiani sta facendo, rappresenta una perdita certa.
Infatti, l’inflazione, in maniera invisibile, riduce del 6/7% il valore dei nostri risparmi, che con fatica sono stati accantonati, rendendo necessario prendere delle scelte di investimento per non vanificare gli sforzi fatti.
La bella notizia è che possiamo oggi investire, facendo “lavorare per noi” il denaro accantonato, a livelli di ingresso sui mercati legati all’Economia Reale che possiamo definire “a sconto”.
Le scelte di oggi potranno generare il benessere finanziario delle nostre famiglie per gli anni a venire, a condizione che non ci si faccia paralizzare dalla paura.
In questo abbiamo molto da imparare dagli americani, i quali pur risparmiando di meno rispetto a noi italiani, investono molto meglio le risorse finanziarie a loro disposizione.
Dal 2010 al 2021, la crescita delle attività finanziarie delle famiglie statunitensi è cresciuta quasi quattro volte tanto rispetto alle nostre, in conseguenza della loro scelta di aver investito maggiormente sui mercati azionari diversificati.
Comprendendo che il Tempo e la Permanenza nei Mercati costituiscono i migliori alleati per fronteggiare l’Inflazione, potremo con maggior serenità affrontare il futuro.
Pier Paolo Abbà, 19 maggio 2022