Il rating sul debito sovrano dell’Italia dovrebbe essere più alto sia perché la crescita del Pil tiene sia perché il nostro resta un popolo di “formichine”, capace accumulare di un solido risparmio.
E’ un messaggio politico quello inviato dal presidente della Consob, Paolo Savona, nel tradizionale discorso alla comunità finanziaria.
Il 2024 è una ricorrenza importante, Consob compie 50 anni, e l’anziano economista dall’ex Sala delle Grida di Piazza Affari stigmatizza come la buona resilienza dell’economia nazionale continui a faticare a tradursi in una discesa dello spread. Oggi il differenziale tra il Btp del Tesoro e l’equivalente bund tedesco ha terminato poco mosso a 152 punti.
Giova ricordare che tra aprile e maggio le agenzie di rating hanno confermato la pagella finanziaria del nostro Paese e il suo l’outlook, cioè le prospettive.
Va detto tuttavia che se il Paese avesse lo spread che si merita, in base alla sua forza economica, le imprese spenderebbero meno per indebitarsi e quindi potrebbero investire con maggiore convinzione.
Ma sopratutto allo Stato costerebbe meno rifinanziare il debito pubblico per esempio con il Btp Valore, che in tutte le emissioni ha fatto il pieno in termini di raccolta, aiutando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a mettere il Paese al sicuro dalla speculazione internazionale.
In sintesi, aggiungiamo sempre noi, avere una pagella migliore rispetto alla “tripla B” rimediata ora con outlook stabile sarebbe un ottimo viatico per alleggerire il fardello del debito. Secondo Bankitalia l’unico modo per spingere il Pil.
Savona rimarca però come se l’obiettivo è quello di frenare la crescita di una finanza fine a se stessa, l’unica strada che ha dinanzi l’Eurozona è quella di realizzare una nuova architettura di vigilanza.
Con lo scopo statutario di agire da collettore per convogliare i rivoli del risparmio delle famiglie verso l’economia reale. Duplice il potenziale vantaggio:
- fare fruttare la liquidità che oggi giace sui conti correnti non solo infruttuosa ma anche esposta al potere corrosivo dell’inflazione;
- dare linfa vitale alle imprese del made in Italy per crescere.
Il risparmio delle famiglie va però tutelato. Urgente quindi che non siano garantiti soltanto i depositi (peraltro oggi coperti fino al tetto dei 100mila euro) ma – ha scandito il numero uno della Consob, davanti a un parterre gremito di esponenti della politica e della finanza nazionale – anche le altre passività delle banche destinate a sostenere gli investimenti.
Basta quindi con errori strategici come quello del bail-in nei salvataggi bancari. Non solo, il bitcoin e le criptovalute nel loro complesso devono rispondere alle medesime regole degli altri strumenti finanziari.
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Una sfida non certo semplice, quella lanciata da Savona ma che trasuda tutta la concretezza della old economy. Come la decisione della Commissione che vigila su Piazza Affari di commemorare il suo mezzo secolo di vita con un francobollo e una moneta da 5 euro a tiratura limitata.
Questo non significa però che Consob non guardi al futuro. Anzi sprona l’industria dei fondi di investimento a sfruttare anche l’intelligenza artificiale per garantire una gestione razionale degli asset che propizi una maggiore remunerazione netta per i sottoscrittori.