Economia

Crescita: anche l’Istat è ottimista sulla ripresa economica

L’Istituto di statistica rivede a rialzo le stime sul Pil per il biennio 2021-2022. L’indice Ftse Mib torna ai massimi dal 2008.

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Si respira aria di ottimismo sulla ripresa economica italiana dopo il “cigno nero” della pandemia, ormai sotto controllo nel nostro Paese grazie alla campagna di vaccinazione, in netta accelerazione in questi giorni. Attualmente l’Italia è al secondo posto assoluto in Europa in termini di popolazione interamente vaccinata, pari a 12,8 milioni di italiani, subito dopo la Germania e davanti a Francia e Spagna.

 

Grazie anche ai significativi passi in avanti nella lotta alla pandemia in Italia, dopo Commissione europea, Bankitalia, OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e FMI (Fondo Monetario Internazionale) anche l’Istat vede “rosa” sul prossimo futuro e ha aggiornato, a rialzo, le previsioni di crescita dell’economia italiana. Nel documento “Le prospettive per l’economia italiana nel 2021-2022”, pubblicato venerdì 4 giugno, l’Istituto di statistica prevede «una sostenuta crescita» del Pil (Prodotto interno lordo) italiano sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%). Un incremento che sarà sostenuto dalla domanda interna al netto delle scorte (+4,6% per il 2021 e +4,5% per il 2022), trainata dalla ripresa degli investimenti (+10,9% per il 2021 e +8,7% per il 2022) e, «con un’intensità minore ma significativa, dalla spesa delle famiglie e delle ISP (+3,6% e +4,7%)». Quest’ultima voce economica corrisponde al valore della spesa per beni e servizi delle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

 

Il maggior ottimismo sulla crescita nel prossimo biennio è dovuto anche alla performance dell’economia italiana nel primo trimestre, andata meglio delle attese. Come spiega il rapporto dell’Istat, ciò è stato determinato da una parte dalla crescita del commercio mondiale, dall’altra da «un deciso miglioramento delle aspettative delle imprese sull’evoluzione del ciclo economico, che ha avuto effetti sui consumi delle famiglie e sugli investimenti».

 

Numeri dunque più positivi rispetto a quanto indicato dal governo nel DEF (Documento di Economia e Finanza), presentato meno di due mesi fa, quando si prevedeva per il 2021 una crescita del 4,5%. L’Istat è anche più ottimista rispetto a tutte le altre stime finora diffuse da Commissione europea, Bankitalia, OCSE e FMI.

 

Crescita sostenuta e occupazione

L’Istat, nella sue prospettive sull’economia italiana per il biennio 2021-2022, evidenzia «un consolidamento del processo di ripresa dell’attività economica con una intensità crescente nei prossimi mesi». Lo scenario, si sottolinea, «incorpora gli effetti della progressiva introduzione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)».

 

Per quanto riguarda l’evoluzione dell’occupazione, misurata in termini di Ula (Unità di lavoro), «sarà in linea con quella del Pil, con una accelerazione nel 2021 (+4,5%) e un aumento nel 2021 (+4,1%)». L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece «la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro con un aumento nell’anno corrente (9,8%) e un lieve calo nel 2022 (9,6%)».

 

Inflazione in crescita nei prossimi mesi

«Nei prossimi mesi – scrive l’Istat- dovrebbero continuare a prevalere spinte inflattive. Oltre alle tendenze al rialzo che caratterizzano al momento i prezzi nelle fasi a monte della distribuzione finale, alla produzione e soprattutto all’importazione, un contributo determinante sarà fornito dalla ripresa dei costi energetici cui dovrebbe aggiungersi l’apporto inflazionistico proveniente dalla componente dei servizi».

 

Secondo l’Istat «nei primi mesi del 2021 l’inflazione ha accelerato, trainata dagli effetti dei rincari del petrolio e delle materie prime che hanno avuto impatto nelle diverse fasi del sistema dei prezzi».

 

L’indice Ftse Mib ai massimi dal 2008 

C’è ottimismo anche sui mercati finanziari. Sempre venerdì 4 giugno, giorno della pubblicazione del documento dell’Istat, lindice Ftse MibFinancial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa della Borsa di Milano ha chiuso a quota 25.570 punti, tornando ai valori del 2008. L’indice resta però ancora lontanissimo dai massimi di sempre toccati nel maggio 2007, prima dello scoppio della crisi finanziaria internazionale dei mutui subprime.

 

Inizia a vedersi la luce in fondo al lungo tunnel “costruito” dalla pandemia. I prossimi mesi rappresentano un’opportunità storica per l’Italia, per (ri)crescere in maniera strutturale e sostenibile.

 

Alessandro Fuso