A volte quello che sembra scontato, naturale, certo, poi nella realtà non lo si riscontra e ci si chiede perchè. In un contesto economico, sociale e perchè no, di guerra come quello in cui stiamo vivendo, ci si aspetterebbe, in un paese normale, una unità di intenti eccezionale.
Ed invece, ti ritrovi con una crisi di identità che rischia di far più danni della guerra stessa, dell’inflazione e della crisi energetica.
Una crisi che rischia di fare implodere l’intera area dell’euro e stavolta c’entrano poco la Germania o i paesi del nord Europa, quei paesi che spesso e volentieri, hanno trattato l’Italia come un bambino capriccioso incapace di fare i compiti a casa. No. Stavolta i problemi ce li creiamo dentro casa per scelte che ai più risultano incomprensibili.
La domanda è: è solo questione politica, è solo la voglia di riscatto del Movimento 5 Stelle, o c’è qualcosa di più? Qualcosa che ha a che fare con una situazione internazionale sempre più difficile da interpretare.
Intanto i mercati finanziari stanno già dicendo la loro: al momento stesso in cui stiamo scrivendo queste righe, l’indice della borsa italiana perde oltre il 3% e sta trascinando verso il basso anche tutti gli altri indici, che non hanno bisogno di scuse per anar male, ma se gliele diamo, se le prendono tutte.
Così dalla BCE arrivano già segnali di rigore nei confronti dell’Italia, quel rigore che era stato accantonato soltanto grazie alla presenza di Mario Draghi. Certo, ad onor del vero tutto questo non sarebbe neanche giusto, in questo modo l’Europa esercita una sorta di ricatto economico finendo per invervenire sulla politica interna del paese. Del resto Mario Draghi prima o poi dovrà lasciare e allora dell’Italia cosa ne faremo?
Ma non era questo il tempo di porsi questa domanda. In un tempo così difficile c’era bisogno di altro. C’era bisogno di uomini forti, di idee, di unità nazionali che invece vengono cancellate. Tanto per dirla tutta ci sarebbe stato bisogno di un Winston Churchill e del suo: “Non prenderanno mai Picadilly”.
Ed invece la nostra Picadilly la prenderanno eccome. Perchè di Winston Churchill sembra non essercene. Non dimentichiamo che l’unica speranza di ricostruzione passa per l’utilizzo dei fondi del PNRR. Già soltanto lo slittamento temporale generato da un eventuale crisi di governo rischierebbe di pregiudicarne una parte importante. Sarebbe inaccettabile.
Ecco perchè resta la domanda di fondo: perchè proprio adesso?
Che qualcuno abbia il coraggio di rispondere dicendo la verità.
Leopoldo Gasbarro, 14 luglio 2022