Ora lo hanno capito tutti, o quasi. Un decennio è finito, finito per sempre per le borse statunitensi. Ed è finito più in generale, per tutti quei mercati azionari che sono stati influenzati dalla liquidità immessa dalle rispettive banche centrali per tenere i tassi bassi e aiutare l’economia dei vari paesi a partire dal 2009. Non ci saranno più soldi gratis.
La domanda ora è: come sarà il prossimo decennio? Non sappiamo come sarà il prossimo mese, semestre, o annata. Possiamo però stimare con una certa approssimazione l’andamento complessivo del prossimo decennio. Ancora una volta ci può aiutare il metodo sottrattivo. Utilizzato però in una versione diversa da quella adottata nel mio blog precedente.
Non entro nei dettagli statistici. A metà marzo uscirà un mio libro proprio sulle buone pratiche della sottrazione. Tralascio quindi i calcoli a fondamento di questo esercizio. Le riflessioni e i calcoli li potete trovare nelle mie lezioni settimanali su GAM Academy e, più in generale, nel libro che ho scritto per approfondire il ruolo della sottrazione nelle scienze e nelle arti.
Comunque, in linea generale il metodo è semplice: si tratta di sottrarre dal rialzo straordinario dei prezzi sui mercati del decennio che ci lasciamo alle spalle quelle componenti che sono irripetibili. Si tratta di una scomposizione delle variabili che hanno spinto in passato le borse. Ora alcune di queste spinte diventeranno inerti perché le banche centrali ritengono chiusa la politica ultra-espansiva del passato (devono anche fronteggiare la crescente inflazione).
Il rialzo delle borse USA calcolato a valori reali e in termini di total return è stato veramente considerevole. Consideriamolo in blocco e diciamo convenzionalmente che questo rialzo nel decennio è stato del 100% (in realtà è stato molto di più sia in valori percentuali che in valori assoluti ma qui riduciamo per semplicità la crescita complessiva a 100% per andare a vedere di che cosa è stato fatto questo ipotetico 100% e semplificare così il ragionamento che intendo svolgere).
A questo incremento teorico del 100% dobbiamo togliere strati, come a una cipolla.
Dapprima dobbiamo sottrarre il 40% di crescita dei mercati dovuto al riacquisto di azioni proprie da parte delle società che hanno scelto di agire così sia perché non costava nulla indebitarsi per i buyback sia perché questa operazione in USA è fiscalmente favorita rispetto alla distribuzione di dividendi. Se i soldi non sono più dati “gratuitamente”, le cose cambiano.
Poi dovete togliere l’aumento incredibile dei multipli attuali delle borse. Il giovedì 20 gennaio 2022, il Premio Nobel Robert Shiller ha partecipato a un evento organizzato da una società francese. Ha detto che “viviamo in un pazzo mondo” alludendo al livello raggiunto dal CAPE (cyclically-adjusted-price-earning-ratio). Il CAPE è un indicatore che misura il rapporto classico prezzo/utili aggiustato per i cicli, e cioè su una media decennale secondo la logica del lungo termine che stiamo adottando qui. Attualmente il valore del CAPE è di 39.
Si tratta del secondo valore più alto dal 1880 e del livello più alto nella nostra epoca. In poche parole le azioni sono molto care rispetto agli utili che generano. Dobbiamo così stimare che il 20% del loro incremento eccezionale del decennio passato vada anche esso sottratto in previsione del decennio futuro. Quindi a 100% va sottratto il 40% dei buyback e il 20% dei multipli che, da 39, torneranno sulle medie di lunghissimo periodo.
Resta un 40% di incremento di valore delle azioni che è stato il prodotto dell’aumento degli utili delle società quotate nel decennio trascorso. Questo è un incremento non contingente, sano e probabilmente ripetibile se non superabile. Se le società americane continueranno a espandere il loro raggio d’azione e, di conseguenza ad aumentare gli utili, possiamo prevedere nel prossimo decennio un incremento dei dividendi corrispondente a questa componente. Si tratta dell’unico fattore permanente, non attribuibile cioè alle scelte eccezionali delle banche centrali che hanno avuto effetti nel decennio passato.
Non va sottovalutato la crescita dello S&P500 ottenuta grazie ai dividendi.
Ne consegue che il “pazzo mondo” di Shiller tornerà gradualmente alla normalità di lunghissimo periodo e il CAPE oscillerà su un valore di 20, come è sempre stato dal dopoguerra a parte la fase terminale dell’ultimo decennio. Quindi possiamo prevedere che nel prossimo decennio i mercati non cresceranno più ai ritmi del passato decennio. Inoltre assisteremo a certa turbolenza nel riaggiustarsi dei valori alla media di lungo periodo (hanno già perso il 10% circa dall’inizio del 2022 e in una sola giornata, il lunedì 24 gennaio, hanno perso e recuperato circa il 5%: cose che gli umani avevano quasi dimenticato).
Una considerazione su un altro uso cruciale del metodo sottrattivo applicato gli andamenti delle borse: sottraiamo anche le nostre emozioni dall’andamento dei mercati, almeno fino a quando il premio al rischio è, e sarà, superiore al 3% reale (cfr. il blog del 13 settembre 2021: quando meno diventa più: se ti importa meno dei tuoi soldi alla fine ne avrai di più). Teniamoci pacatamente e con distacco un portafoglio azionario costruito grazie alla sottrazione totale delle scelte (cfr. blog precedente del 6-1-2022).
E infine un auspicio più generale.
Credo che il futuro ci riserverà in questo campo una lezione di umiltà che, in linea generale, è tanto più necessaria quanto più l’uomo deve sottrarre gradualmente le sue impronte dalla terra per frenare il cambiamento climatico e la perdita della biodiversità dovuta alla nostra invadenza. Così come ci vuole prepotenza e audacia per la conquista e l’addizione di risorse, ci vuole altrettanta modestia, umiltà e saggezza per sottrarre la nostra presenza.
Non è stato questo lo spirito dei tempi nell’ultimo decennio, se non talvolta a parole. Non è sano che i redditi da lavoro aumentino poco o calino e, al contrario, che i redditi da capitale fioriscano. Non è certo un viatico alla modestia, all’umiltà, a un nuovo “mindset” che favorisca la riduzione della presenza eccessiva della specie umana sulla Terra.
Paolo Legrenzi, 25 gennaio 2022