Con Draghi o contro. Con Conte o contro. Sono loro i due protagonisti della scena di una politiica che ha rassegnato le dimissioni dal fare politica: Draghi e Conte i protagonisti della politica quando non sono stati mai eletti in alcun collegio, mai ricevuto neanche un voto, da alcun cittadino.
Il primo viene considerato l’eroe del salvataggio dell’ Europa e dell’Euro e di conseguenza, quasi fosse una proprietà transitiva, anche figura indispensabile a traghettare l’Italia fuori dal guado attuale. Il secondo (Conte) ha vestito i panni dell’Eroe in un mare di polemiche, nei mesi dello scoppio pandemico. Entrambi, oggi Draghi, ieri Conte, supportati da un presidente; Mattarella, sempre pronto a sottoscriverne qualunque decreto. E la politica? E i cittadini? E il Popolo? E la costituzione?
Senza entrare nei meriti. Non spettano a quest’articolo; é giusto che Draghi scelga la linea politica italiana nella gestgione del conflitto Russo-Ucraino? Così come: è stato giusto che Conte decidesse le linee di condotta del Paese nella gestione della crisi pandemica?
Oggi:
Il Paese si starebbe spaccando attorno all’utilità di avere una figura come quella di Mario Draghi alla guida dell’Esecutivo. “Draghi non fa gli interessi dell’Italia ma dei poteri forti internazionali”, dicono alcuni. “Draghi è l’unica speranza di ripresa che abbiamo”, dicono gli altri. Non è mia intenzione concentrarmi su questa diatriba, tuttavia alcune domande rispetto a questa sorta di Draghi-centrismo dobbiamo farcela.
- E’ giusto che le garanzie del futuro di un Paese come l’Italia siano concentrate sulla presenza di una sola persona?
- E se questa persona, che risponde al nome e cognome di Mario Draghi, viene sfiduciata dalla politica, è giusto che il Paese venga fatto ostaggio di ricatti economici come quelli espressi in occasione della fine del Governo Berlusconi?
- Draghi è di fatto il primo “commissario europeo” in Italia?
- E mi chiedo: se Draghi, 10 giorni fa avesse avuto un forte raffreddore, invece che un attacco politico, quali sarebbero state le reazioni europee e internazionali?
Passiamo però all’altro protagonista di questa vicenda: Giuseppe Conte.
- In quali termini ha lasciato il Paese dopo la gestione pandemica?
- E’ corretto che un gruppo politico che è espressione del popolo si affidi ad un uomo che dal popolo non è stato scelto?
- Quale linea programmatica e politica sarebbe pronto a seguire in tema di politica internazionale?
- Quale politica in termini di politica economica?
Al centro di tutto, fuori dal confronto tra i due, ci sarebbero gli interessi dell’Italia e degli italiani, ci sarebbero le scelte di politica economica, ma soprattutto le scelte di politica internazionale e ci sarebbe la volontà politica di un Paese che da anni non è rappresentato più da una classe dirigente espressa dalle urne. Un’anomalia non più accettabile.
Del resto l’anomalia appare più grande proprio se si considera che nè Mario Draghi nè il suo primo nemico politico, Giuseppe Conte siano stati mai eletti dai cittadini italiani. Nessuno di loro ha subito il passaggio attraverso le “forche caudine” delle votazioni, nessuno di loro esprime in alcun modo il volere dei cittadini.
Ma il bene dell’Italia lo si fa anche attorno ad un numeretto mica da ridere quello dei 2.800 miliardi di debito pubblico. Nessuno sembra interessarsene, ma così non è. Anzi sembra che nonostante si sia in emergenza, proprio perchè le difficoltà crescono anche da altre parti, l’insofferenza nei confronti di un debito italiano che si fa sempre più insostenibile stia crescendo sempre di più.
E così stamattina ti svegli, apri twitter e ti ritrovi un “Good Morning” from Italy che è tutto un programma. La Guerra è cominciata e non si sa come e quando finirà.
Non sto parlando della guerra tra Russia ed Ucraina, ma della guerra tra opinioni pubbliche, quelle del Nord Europa e quelle del Sud Europa. A scrivere il tweet un giornalista tedesco. Non esprime opinioni, esprime numeri, ma i numeri presentati così rappresentano un “urlo” contro il nostro Paese, un urlo che se vogliamo è giustificato da fatto che non si è fatto nulla per pensare di arginare il debito, nulla per pensare di strutturare un piano di rientro, nulla per evitare che risulti una spada di Damocle sulle nostre teste e su quelle dei nostri figli.
Non si è fatto nulla per evitare che i tedeschi si incazzino, nulla per evitare che l’Europa imploda. Sono stati comperati banchi con le rotelle e monopattini, sono stati distribuiti 200 euro a chi ha 35mila euro di reddito., Si sta facendo davvero assistenzialismo a chi ne ha bisogno o si sta rispondendo e si è risposto a bisogni di altra natura? L’Italia ha bisogno d’altro. O forse siamo già commissariati?
Conosco imprenditori, decine di imprenditori in grado di fare cose straordinarie, nonostante vivano e lavorino in Italia. Uomini prima di tutto, uomini che hanno creato grandi e piccole aziende, uomini che oggi devono fare la loro parte. Forse è arrivato il momento di dire “basta eroi”.
“Povero il Paese che ha bisogno di Eroi”
17 Luglio 2022, LEOPOLDO GASBARRO