Economia

Economia italiana tra crollo del PIL e sfide future

La ripresa dell’Italia

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Economia italiana tra crollo del PIL e sfide future

La pandemia manda a picco la produzione industriale italiana, lo determina l’impietoso dato reso pubblico in questi giorni dall’Istat, il PIL chiude nel 2020 con un -8,9%, ed a seguire l’inevitabile dato occupazionale che si rileva da altrettante fonti titolate, nel nostro paese sono stati persi 440.000 posti di lavoro. Il peggior calo dopo quello del 2009, una curva verso il basso che coinvolge l’intera rete industriale forse in maggior modo riguardo i beni di consumo.

In questo quadro per niente felice però, va detto che l’intraprendenza degli imprenditori italiani si è vista là dove molte imprese si sono riconvertite provando a fare innovazione come meglio potevano riuscendo a sopravvivere decorosamente e questa è la prova che in Italia ci sono grandi imprenditori che determinano la forza di questo paese, e che nonostante il covid-19, hanno in parte arginato il crollo economico.

Il nuovo Governo di Mario Draghi

Il nuovo Governo sarà chiamato a grandi sfide le più importanti degli ultimi 20 anni di questo stato, sarà indiscutibilmente obbligato a mettere tra le priorità dell’agenda governativa dopo la crisi sanitaria, la protezione del lavoro, la creazione di nuove aziende e il consolidamento delle già presenti attraverso azioni di governo strategiche e capaci altresì di risollevare il PIL, molto potrà aiutare le ingenti risorse che arriveranno dall’Europa.

Se il prossimo Presidente del Consiglio sarà Mario Draghi per l’Italia sarà un grande vantaggio, una personalità che rassicura i mercati a prescindere dalla situazione economica disastrosa.

Chi legittimamente lo definisce un tecnico per la sua formazione  perde di vista un aspetto fondamentale, ha guidato la Banca Centrale Europea, “istituzione”, pilastro dell’Unione Europea ed è stato capace di dialogare con i maggiori leader europei acquistandone  fiducia e stima, se sarà lui a guidare l’Italia godrà di quella grande fiducia non solo europea ma mondiale che potrà portare al paese ricchezza, investimenti e soprattutto creare nuovi posti di lavoro.

Quali saranno le prossime sfide?

Ridare impulso agli investimenti, cioè: riaprire agli investitori esteri, riportare i grandi risparmiatori italiani a favorire l’investimento verso le aziende italiane invece che lasciarli “dormienti” è il passaggio più difficile che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi, grazie a strumenti e meccanismi di accompagnamento mirati come possono essere ad esempio gli incentivi fiscali e molto altro, ma anche le stesse imprese dovranno imparare a finanziarsi non solo attraverso i canali bancari ma fidandosi dei privati.

Per innovare e creare occupazione è opportuno che il tessuto industriale sia, sì, popolato da piccole imprese ma sono le grandi aziende a fare la differenza e generare quella occupazione a grandi numeri figlia di una forte innovazione tecnologica.

E’ pur vero che ogni Governo al suo insediamento si è impegnato a scrivere nella propria agenda governativa la risoluzione della situazione economica italiana senza trarne grandi vantaggi ma oggi il panorama e le condizioni sono decisamente diverse.

 

Lorena Polidori