Economia

Gli italiani in rete hanno paura della guerra

È possibile misurare la paura e darle un valore numerico?

Lo è eccome, almeno se pensiamo alle rilevazioni demoscopiche classiche con una batteria di domande poste al campione rappresentativo della popolazione. Cosa diversa, al contrario, è la possibile misurazione attraverso l’interpretazione di un dato rilasciato in Rete dalle persone.

Gli algoritmi oggi ci consentono di dare etichetta valoriale, positivo, negativo o neutro, al modo con il quale gli internauti si relazionano con uno specifico contenuto, semantico o di immagine, sempre che si riesce a calibrare al meglio la chiave di ricerca e dare ai risultati una lettura coerente.

Quindi, per riformulare la domanda, è possibile misurare il sentiment di paura degli italiani in Rete?

Sì, è possibile.

Così ho diviso questi primi mesi del 2022 in due grandi periodi, dal 1° gennaio al 22 febbraio, quindi prima dell’invasione russa in Ucraina, e dal 23 febbraio al 10 aprile segnato profondamente dagli eventi bellici. In entrambi i periodi la keyword di ascolto scelta è stata “paura” e futuro. Una combinazione inevitabile perché la paura ha inevitabilmente una proiezione prospettica.

 

L’umore generato complessivamente dagli utenti nelle circa 9 mila menzioni della chiave di ricerca composta è per il 55% negativo, positivo per il 29,26% e sostanzialmente neutro per il 15%. Più del 58% invece del totale del parlato è stato assorbito dai siti di news (21,07% e dai blog (37,22%) mentre le piattaforme social, con Facebook giocano in questo primo periodo di analisi un ruolo ancora ancillare.

La cornice semantica disegnata dalla tagcloud degli hashtag utilizzati nel primo periodo di ascolto della Rete ci restituisce una radiografia interessante di cosa preoccupa maggiormente gli italiani, ovvero confina il sentiment della paura in un orizzonte sanitario e di rivendicazione dei diritti.

Gli italiani legano la paura ancora al tema imperante del Covid che negli ultimi due anni ha monopolizzato in modo pregnante il nostro modo di vivere e relazionarsi, anche in Rete. In questo primo periodo è interessante anche sottolineare il rapporto di genere degli autori, il 43% è rappresentato da donne e il 57% da autori uomini.

Con la campagna militare russa in Ucraina e l’impennata speculativa dei prezzi dell’energia e delle materie prime, il mood degli internauti italiani sulla keyword “paura” and futuro peggiora in questo secondo periodo passando dal 55% al 60%, rosicchiando la quota maggiore dal sentiment positivo del periodo precedente.

 

 

Il rapporto di causa ed effetto tra il peggioramento del sentiment degli italiani e la crisi internazionale con le profonde conseguenze sull’economia nazionale, è rintracciabile dalla seconda tagcloud degli hashtag che, a differenza della prima, porta in primo piano alcuni hashtag rivelatori : #Ucraina, #Russia, #Guerra, #stopwar.

 

Domenico Giordano, 11 aprile 2022