Da domani arriva la global minimum tax sulle multinazionali. L’impianto fiscale, deciso in seno agli oltre 140 Paesi dell’Ocse, fissa al 15% l’aliquota effettiva minima globale che devono versare all’erario i gruppi che fatturano più di 750 milioni di euro all’anno.
La norma, salutata con le fanfare in sede europea così come nel Parlamento italiano, vuole evitare che realtà come per esempio Amazon, Google o ancora Apple vadano a rifugiarsi nei cosiddetti paradisi fiscali per dribblare le imposte.
Peccato che la global minimum tax servirà poco o nulla al fisco italiano. Ci apre gli occhi è la Cgia di Mestre sulla base di alcuni studi di Mediobanca. Nel 2022 le 25 principali Web company presenti in Italia hanno versato solo 162 milioni di imposte sul reddito al nostro Erario (216 milioni considerando anche la Digital service tax). Non solo, proseguono gli artigiani mestrini, il 2014 e il 2022 questi stessi gruppi hanno eluso 99,7 miliardi nei Paesi in cui prestano i loro servizi. Precisamente 49 miliardi tra il 2014 e il 2018 e 50,7 miliardi tra il 2019 e il 2022.
Vale la pena ricordare che, a differenza dell’evasione fiscale, l’elusione non è in genere sanzionata penalmente dal nostro ordinamento giuridico, ma solo dal punto di vista amministrativo.
Ma qui interessa di più notare come l’erario non riceverà che briciole: il Servizio Bilancio della Camera ha stimato che la global minimum tax frutterà 381,3 milioni nel 2025 per poi salire progressivamente negli anni successivi fino a sfiorare i 500 milioni nel 2033.
In sintesi, tanto rumore per nulla: l’impianto della Global minimum tax, definito dopo interminabili trattative, produrrà un gettito insignificante. La Cgia, lancia la provocazione che solo le imprese della Valle d’Aosta e della Basilicata pagano in termini assoluti meno tasse delle principali big tech ubicate nel nostro Paese.
Per approfondire leggi anche come la classe media viene dissanguata dalle tasse, qui la trappola del cuneo fiscale su chi guadagna più di 35mila euro prevista nella legge di Bilancio e qui come le tredicesime hanno finito per rendere felice sopratutto l’erario.
Sulle imprese del made in Italy grava una trattenuta fiscale media del 30%, il doppio della global minimum tax. Se vogliamo rendere il nostro sistema industriale competitivo la strada è solo una: abbassare le tasse. E lo stesso vale per il fisco che mangia i nostri stipendi.