Google si ricarica con il nucleare e studia i cavi di Sparkle

Accordo con l’americana Kairos Power per i mini-reattori di nuova generazione

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Cavo sottomarino Google

Nuovo dispiacere per i detrattori dell’atomo. Google ha deciso di fare il pieno di energia nucleare. E ha scelto  proprio sui mini-reattori di nuova generazione che nel caso della big tech Usa fanno capo alla start up Kairos Power.

L’accordo prevede che il servizio di forniture inizi nel 2030 e poi si incrementi fino al 2035 con l’utilizzo di altri reattori. Ma quel più conta qui è che si tratta della stessa soluzione su cui punta anche il piano del governo per riaccendere il nucleare nel nostro Paese.

Anche in Italia, infatti, tutto passerebbe non dalla rinascita delle maxi-centrali modello Caorso, ma dallo sviluppo dei cosiddetti Small Modular Reactor (SMR) o Advanced Modular Reactor (AMR).

In sostanza si tratta di mini reattori che per cubatura potremmo paragonare a quella di un monolocale e destinati a essere installati dove è più alta la richiesta di energia. O anche a galleggiare al largo delle coste nazionali così da evitare la sindrome “non nel mio cortile”.

Google e la sua controllata Alphabet hanno infatti fame di energia per sostenere l’enorme fabbisogno di elettricità collegato alla digitalizzazione, ma  soprattutto allo sviluppo prima del cloud compunting e ora dell’intelligenza artificiale generativa.

Un problema comune a tutti gli hyperscaler. Non per nulla Microsoft ha già stretto un accordo con Constellation Energy, anche in questo caso per rifornirsi con il nucleare.

Ma torniamo alla Big G, per cui i dati e la connessione sono l’alimento base come il pane sulla tavola degli italiani. Ecco perché Google avrebbe messo gli occhi su Sparkle, la società che controlla i cavi sottomarini ancorati sul fondale dell’Atlantico sui cui transitano i nostri dati.

Sparkle, finora di proprietà di Tim, sta per essere ceduta al ministero del Tesoro che ha depositato una offerta vincolante per la maggioranza. E Google appare molto interessata a rafforzare l’asse già esistente con Sparkle, stabilendo delle basi in Sicilia.

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A lasciarsi sfuggire l’indiscrezione su Sparkleè stato Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica ricordando come proprio dai cavi sottomarini passi oltre il 90% del traffico internet. Oro che luccica per la Big G.

 

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