Economia

Guerra dei Chip, Bruxelles schiera un plotone da 5 miliardi con StM

Via libera Ue a 2 miliardi di aiuti da parte dello Stato italiano. L’impianto produrrà wafer in carburo di silicio

STM

Per una volta Margrethe Vestager non fa danni. Se da un lato le nozze Ita-Lutfhansa sono da mesi ostaggio dell’esame della Commissaria Ue alla Concorrenza, dall’altro è arrivato il via libera da parte di Bruxelles all’assegno da 2 miliardi staccato dall’Italia a favore dello stabilimento STMicroelectronics di Catania.

Si tratta di aiuti di Stato, simbolicamente portati ieri ai piedi dell’Etna dal ministro delle Imprese Adolfo Urso e dalla stessa Vestager che hanno fatto visita allo stabilimento della società tecnologica. StM fa capo per quasi il 28% a una holding omonima, dove si accomodano l’uno accanto all’altro lo Stato Italiano tramite il ministero del Tesoro e quello francese.

L’obiettivo è dare vita in Sicilia alla prima fabbrica integrata in grado di produrre carburo di silicio da 200 millimetri su larga scala per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging.

In sostanza dall’impianto usciranno in grande numero nuovi e moderni microchip, preziosissimi per rendere l’Europa meno dipendente dalle importazioni. Un altro miracolo della Etna Valley che si concretizza sotto l’ombrello dell’Eu Chips Act.

Si tratta dell’atto con cui Bruxelles sta cercando di guadagnare almeno qualche “altura” nella guerra planetaria in corso per aggiudicarsi il predominio nei semiconduttori. Il conflitto vede il vecchio Continente scontrarsi con gli Stati Uniti e Taiwan, con la Cina come terzo (ingombrante) incomodo.

Solo per quanto riguarda l’impianto StM di Catania si tratta di un piano pluriennale che stanzia 5 miliardi di investimenti, di cui appunto due già arrivati. La road map prevede l’avvio della produzione a partire dal 2026 per poi andare a pieno regime entro il 2033, quando usciranno dall’impianto fino a 15mila wafer alla settimana.

L’Italia, ha rimarcato il premier Giorgia Meloni, consolida la propria leadership nell’Europa dei semiconduttori. Tra i primi destinatari dei nuovi chip ci sarà l’industria della mobilità elettrica, comprese le colonnine di ricarica a sevizio delle auto con la spina.

La crescita dell’impianto – hanno ribadito la commissaria Vestager e l’amministratore delegato di StM, Jean-Marc Chery – favorirà la transizione del vecchio continente, facendo anche da volano alla creare posti di lavoro altamente qualificati nel Mezzogiorno.

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Più in generale una carica di innovazione, quella proveniente dalla Sicilia, utile anche per rendere più competitiva l’industria italiana mentre si cimenta nell’articolata sfida del digitale e di integrare al proprio interno l’Intelligenza artificiale.