Economia

I tassi Bce abbattono la casa. Ecco quanto costa comprare

Troppo pesanti le rate dei mutui, calano compravendite immobiliari e erogazioni. Per acquistare serve l’equivalente di 7 anni di stipendio, Milano è la più cara

Il falchi del rigore della Bce fanno un altro danno: dopo aver condannato alla recessione la Germania e messo in catene tutta l’economia europea, i dieci rialzi ai tassi decisi dall’Eurotower negli ultimi 14 mesi spengono anche l’amore degli italiani per la casa. Chi sottoscrive un mutuo oggi deve corrispondere ormai un tasso medio del 4,29%, troppo pesanti quindi le rate da sostenere, soprattutto se sommate a un’inflazione che ha eroso le buste paga del bilancio familiare. Così tra gennaio e giugno le compravendite di immobili sono scese in media dell’8,7% nel nostro Paese e ancora peggio è andato ai mutui, che hanno rimediato un capitombolo vicino al 30 percento.

 

A snocciolare i dati è il Consiglio nazionale del Notariato, quindi il sismografo più sensibile che esista, che stima un mercato immobiliare in contrazione del 10,5% alla fine dell’anno in corso. Una previsione molto sinistra per la tenuta del nostro Pil anche perchè davanti al caro mutui gli italiani stanno provando a comprare casa senza ricorrere a ingenti finanziamenti, ma falliscono l’obiettivo. Così nel semestre analizzato, sono passate di mano le chiavi di poco più di 277mila abitazioni contro le circa 303mila di un anno prima. Non solo se le compravendite tra privati delle prime case calano dell’11%, restano stabili quelle relative alle seconde case.

 

Un’altra prova di una sofferenza dal basso del mercato immobiliare, mentre la popolazione agiata può continuare a diversificare sul mattone per concedersi vacanze, bagni di sole e inverni sulla neve. Naturalmente non si tratta di quella che il governo, nel calibrare le misure dell’ultima Manovra di bilancio, classifica come “classe media” al superamento dei 35mila euro di reddito annui. In particolare, Milano ha registrato una contrazione delle compravendite di poco superiore all’8%, il doppio rispetto a Torino e Verona, ma comunque meglio di quanto accaduto a Firenze e a Roma, entrambe vicine invece a un calo del 10% o a Bari.

 

Allo stesso modo si è ridotto di quasi un terzo anche il capitale erogato dalle banche tramite i mutui, un altro segno di difficoltà dopo il calo dei finanziamenti che sta mandando al tappeto le imprese. A questo punto sorge una domanda: quanti anni devono lavorare gli italiani per coronare il sogno di vivere in una casa di proprietà? Secondo l’ufficio studi di Tecnocasa ad oggi servono in media 7,1 annualità di stipendio nelle grandi città, con Milano che si conferma la più costosa con 13,4 annualità e un prezzo medio al metro quadro di 4.219 euro, mentre Palermo e Genova chiudono la classifica con 3,6 e 3,5 annualità avendo rispettivamente un prezzo medio di 1.146 euro e 1.114 euro al metro quadro.

 

Ogni media o statistica è da prendere con le pinze, ma vale la pena di sottolineare che il calcolo si basa sull’ipotesi di scuola di destinare l’intero reddito all’acquisto di una abitazione di 85 metri quadri. Opzione naturalmente impossibile visto il costo della vita quotidiana tra un carrello della spesa sempre più difficile da riempire e un probabile nuovo rincaro delle bollette luce e gas dopo l’attacco dei tagliagole di Hamas contro la popolazione dello Stato di Israele e l’escalation del terrore in Europa. In sintesi, la passione scoppiata nel cuore di tanti italiani per le abitazioni con terrazzo durante i lockdown del Covid dovrà aspettare per essere soddisfatta.