Dopo l’estate abbiamo assistito a tre storni pericolosi dei mercati azionari. E ogni volta le borse hanno recuperato in pochi giorni, soprattutto nell’ultimo mese. Eppure negli ultimi 30 giorni sono arrivati allarmi importanti, riguardo alla crescita dell’inflazione, alla crisi energetica e alla variante Omicron. Ma anche nei giorni scorsi il recupero dei mercati azionari è stato rapido e non meno incisivo di quanto sia stato il ribasso precedente. Perché è accaduto? Per almeno tre motivi.
il primo è che non c’è alternativa al mercato azionario per gli investitori, anche istituzionali, che vogliono ottenere rendimenti soddisfacenti dai loro portafogli. Oltretutto l’inflazione richiede una remunerazione particolarmente congrua, superiore ad uno o due punti percentuali. Dunque, anche chi non vorrebbe investire in borsa è costretto a farlo, perché le obbligazioni rischiano di non garantire un rendimento del genere, soprattutto se i tassi di interesse aumenteranno.
Il secondo motivo riguarda le banche centrali. Alcune di loro, come ad esempio la Bank of England, hanno già iniziato gli aumenti dei tassi di interesse, come avevamo anticipato in queste pagine. L’inflazione sta infatti correndo così rapidamente che, laddove possibile, è meglio aumentare subito il costo del denaro, per cercare di ridurre quanto meno la speculazione sulle materie prime. Ma le banche centrali sono pronte ad invertire nuovamente la loro politica monetaria se fosse necessario, perché l’inflazione è pericolosa, ma la recessione lo è ancora di più.
il terzo motivo riguarda la necessità della ripresa economica. Ritornare all’attività pre-Covid non è solo una speranza, è anche una necessità. La disoccupazione, soprattutto in Europa, è ancora troppo alta. I commerci internazionali hanno resistito molto bene alle varie ondate pandemiche, ma sono ancora troppo farraginosi ed insicuri. Inoltre i vari piani di investimento per la ripresa iniziano solo ora a far sentire i loro effetti. Nei prossimi anni arriveranno i benefici delle decisioni prese in questo 2021. Anche la politica ha tutto l’interesse a far riprendere la crescita, quella vera, non il semplice recupero di quanto si è perso nel 2020. Molti governi hanno infatti problemi di consenso. La sfiducia nei confronti della politica, almeno in Occidente, è ai massimi degli ultimi anni. Non è sostenibile troppo a lungo.
Queste tre ragioni dovranno essere le ragioni della ripresa, cioè i pilastri su cui tutte le autorità, politiche, monetarie ed economiche, dovranno fare del loro meglio per portare le economie fuori dalla crisi. Fare il proprio meglio significherà anche commettere errori, ma lo sforzo andrà fatto. Le previsioni per il 2022 borsistico, diffuse in questi giorni dalle varie banche d’affari, sono piuttosto ottimistiche e in alcuni casi prevedono addirittura un drastico ridimensionamento della pandemia.
Quest’ipotesi al momento ci sembra ottimistica, anche se è ciò che tutti noi vorremmo che accadesse. Ma la cosa più importante è che, nonostante tutto, i grandi investitori sembrano essere ancora ottimisti e probabilmente hanno sfruttato tutte queste debolezze come occasione d’acquisto. È una strategia rischiosa, ma in un certo senso è anche una strategia obbligata, perché l’inflazione non perdona i nostri risparmi.
Massimo Intropido, 27 dicembre 2021