Economia

Il fisco europeo all’attacco di case e depositi degli italiani

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Tutti con il fiato sospeso.

La nuova lettera di raccomandazioni all’Italia da parte della commissione europea apre scenari preoccupanti per i risparmiatori. In tanti si preoccupano di sottolinearne i contenuti, così in anticipo da far presagire richieste molto più onerose di quanto non si potesse immaginare. L’Italia ha un debito altissimo e non sa cosa e come fare per rientrare.

Il Paese deve limitare la crescita della spesa corrente, per una riduzione credibile e graduale del debito e espandere gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale ma anche, sul fisco, rivedere le aliquote marginali e allineando i valori catastali ai valori di mercato.

Si tratta di un vero e proprio attacco alle nostre case, alle nostre rendite immobiliari, a quel porto sicuro che non possiamo e non vogliamo abbandonare.

Tuttavia, 

A prescindere dalle richieste che arriveranno dal massimo organo europeo, quello che bisogna cominciare a comprendere una volta per tutte, é come sia cambiata l’intonazione generale. Fino a qualche settimana fa in pochi parlavano di azzerare gli aiuti erogati attraverso masse di liquidità e acquisti di titoli di Stato da parte della BCE.

Pochi si preoccupavano del debito pubblico, così come era, garantito, coperto, dalle azioni di acquisto sempre della Banca Centrale Europea che ha sempre risposto come ultima prestatrice, nel caso in cui qualcuno dei Paesi tutelati fosse finito per avere prolemi di risposta alle richieste, sia preventivate che lecite, relativamente alle emissioni di titoli che avevano già effettuato. 

 

E’ cambiato il Mondo

Così prima ancora che arrivi la lettera della Commissione Europea è arrivvato un tweet di Christine Lagarde che vi facciamo leggere integralmente.

 

 

Sembra quasi scontato quindi che quello che la Lagarde chiama “PROCESSO DI NORMALIZZAZIONE”, altro non è se non la volontà di tornare ad essere più “duri” nei confronti dei quei Paesi che spendono male, troppo e non si rimettono in linea con i rientri delle quote di debito pubblico.

La Lagarde nel suo Blog scrive:

“L’ ambiente in cui si trova oggi la politica monetaria è cambiato in modo significativo rispetto a quello che dovevamo affrontare prima della pandemia. Gli strumenti che stavamo mettendo in campo in quel momento, volti a combattere un’inflazione troppo bassa persistente, non sono più appropriati.

Ma non siamo nemmeno di fronte a una situazione semplice di eccesso di domanda aggregata: infatti, gli shock dell’offerta stanno aumentando l’inflazione e rallentando la crescita nel breve termine. Ciò significa che la normalizzazione delle politiche deve essere accuratamente calibrata alle condizioni che dobbiamo affrontare.

Il prossimo passo verso la normalizzazione dei tassi comporterà il proseguimento della nostra guida prospettica sulla fine degli acquisti netti di attività e sull’aumento dei tassi.

Se vediamo l’inflazione stabilizzarsi al 2% nel medio termine, sarà opportuna una progressiva ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse verso il tasso neutro. Ma la velocità dell’adeguamento delle politiche, e il suo punto finale, dipenderanno da come si svilupperanno gli shock e da come si evolveranno le prospettive di inflazione a medio termine man mano che andiamo avanti.

Alla fine, abbiamo una guida importante per la nostra politica: fornire un’inflazione del 2% a medio termine. E adotteremo tutte le misure necessarie per farlo”.

 

Mala tempora…

Non solo casa, ma anche attenzione alla nostra liquidità patrimoniale. Il rialzo dei tassi d’interesse di cui parla la Lagarde avrà ripercussioni sulla ripresa, ma soprattutto aumenterà il rendimento da pagare per il debito pubblico. Insomma c’è il rischio che sui conti pubblici, presto si torni a ballare. Il che significa che imprese e famiglie ma anche le Banche, finiranno per soffrire ancora.

 

Patrimoniale

Non dimenticate, le fanno i governi tecnici. I governi tecnici non devono confrontarsi con gli elettori, non hanno mire politiche e possono cadere e sparire…

Lo ha fatto Monti, lo ha fatto Dini, in parte Amato, lo farà Draghi? Ma tant’è se si vuole salvare il paese dei problemi bsogna occuparsene collegialmente fregandosene delle critiche. Ed alla fine i risultati arriveranno, per lo Stato, per l’Europa, ma non per moltissimi di noi. E la casa sarà solo l’inizio…

Leopoldo Gasbarro, 23 maggio 2022

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