Il male assoluto è la morte perché non c’è rimedio ma per i credenti, neanche quella.
Il male è un concetto relativo e quando si sceglie fra due mali, nessuno dei due può essere assoluto.
Se non è vero che dal male nasce sempre il bene, questa è una balla dei motivatori da quattro soldi, è pure vero che non per forza da un male si debba passare ad un male peggiore. Come sempre dipende dalla visione che si ha e da come la si mette a terra.
Ma il male assoluto, nella vita dei nostri giorni, da che cosa è rappresentato? Dalla finanza e dall’economia che a votle sembrano soggiogare la nostra quotidianità, quasi esercitando un senso di ricatto nei confronti della politica, o la politica stessa finora incapace di dare risposte, prima di tutto a se stessa e poi ai cittadini?
Oggi l’Italia non ha un governo e questo, soprattutto per l’economia, è di sicuro un grave danno e quando c’è un danno economico, è facile immaginare come anche il resto si possa deteriorare.
Però non dobbiamo esagerare. Draghi di sicuro è un personaggio di statura internazionale che giganteggia nel parlamento più “particolare” della storia italiana.
Qualcuno gli fa vanto di non essere un politico e di conseguenza di non essere pronto per questo ad accettare qualsiasi compromesso. Posso essere d’accordo sul compromesso che esso stesso qualche volta è la causa del male che vorrebbe risolvere ma sul politico?
Se sono disteso in un lettino nella sala operatoria e mi dicono che il signore che mi opererà è un personaggio straordinario, un uomo tutto d’un pezzo ma non è un chirurgo, non so voi ma io mi alzerei di tutta fretta, con le flebo ancora attaccate ed il sedere in bella vista e me la darei a gambe!
Come fa il leader della politica italiana a poter far vanto di non essere un politico?
Cosa vuol dire?
Che è capace, molto capace, di fare qualcosa mentre i suoi colleghi, nulla?
Cos’è un politico se non un leader preparato, che sa usare con maestria l’arte oratoria per orientare in positivo i suoi colleghi ed i cittadini. Un personaggio di grandi visioni disposto a mettere in campo progetti che non vedrà conclusi e ad essere pronto al sacrificio al dolore quasi fisico, o fisico in alcuni momenti storici.
Persona disposta a qualunque compromesso o a nessun compromesso quando in ballo c’è il “bene comune”. E che cos’è il bene comune se non l’atmosfera, il liquido amniotico, dentro il quale io posso godere del mio bene privato?
Cosa me ne faccio del mio bene privato se intorno a me vivono nelle macerie?
Cosa se ne fa Zelensky della sua enorme personale ricchezza in un Paese che sta per essere ridotto in cenere?
È molto importante non partire con le tangenti mentali perché altrimenti disegniamo con la fantasia mondi che non esistono.
Pochi giorni fa avevamo disegnato un mondo in cui Draghi risolveva tutti i problemi. Oggi per contrappasso un mondo dove senza Draghi non si va avanti. Certo siamo stati straordinari a scegliere i tempi e le modalità di questa crisi, perché noi Italiani abbiamo sviluppato un forte senso del dramma o se preferite della farsa.
Adesso c’è da votare. Prima c’è da tenere d’occhio l’economia perché altre stupidaggini in questi mesi, lascerebbero conti aperti da saldare per i prossimi 30 anni. Poi dobbiamo chiarirci le idee.
Si dice votiamo i programmi. Sbagliato. I programmi sono tutti falsi in tempo di elezioni.
Votiamo le persone.
Analizziamo attentamente i loro curriculum come se dovessimo assumerli nella nostra azienda. Se non sono politici di professione, analizziamo i filmati su YouTube, vediamo se il loro eloquio è all’altezza, se hanno visioni, contenuti. Ma soprattutto vediamo da dove vengono, cosa hanno fatto, quale motivazione li spinge ad occuparsi della cosa pubblica.
Le auto blu, il potere, la riconoscibilità, l’ambizione di essere in cima alla scala sociale sono legittime aspirazioni per un lavoro durissimo, pagato poco (per quelli bravi), che può letteralmente distruggerti la vita.
Essere pessimisti per il futuro della politica in Italia, dopo quello che abbiamo visto negli ultimi anni vuol dire sopravvalutare il male. Voglio fortissimamente credere che ci sia un pavimento elastico in fondo al pozzo nero e che quel pavimento l’abbiamo toccato e ora siamo pronti a rimbalzare fuori.
Certo con gli occhi ben aperti e non fidandoci di nessuno.
Ma si può pensare al peggio?
No, non credo. O almeno lo spero.
Giuseppe Mascitelli, 25 luglio 2022