Economia

Il mercato della casa è in macerie, colpa dei maxi tassi Bce

Gelata delle compravendite e mutui in calo di 2,3 miliardi. Sempre meno le famiglie disposte a indebitarsi

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La Bce di Christine Lagarde ha ridotto in macerie il mercato immobiliare italiano: le compravendite sono crollate del 12%. E lo stock dei mutui è calato, nel corso del 2023, di 2,3 miliardi di euro dopo un triennio in crescita. Insomma, un vero disastro.

La responsabilità è dei rialzi dei tassi di interesse utilizzati dall’Eurotower come un martello pneumatico per abbattere l’inflazione. Peccato che, accecata dall’ossessione della corsa dei prezzi, l’Eurotower non ha badato al fatto che così avrebbe distrutto il mercato immobiliare di mezza Europa fino ad assistere al fuggi-fuggi degli investitori dai fondi. Un suicidio finanziario, considerando che il mattone è uno dei grandi pilastri del Pil del Vecchio continente.

Concentriamoci ora sui problemi di “casa” nostra. In soli 24 mesi sono triplicati i tassi praticati dalle banche sui mutui erogati alle famiglie italiane. A fine dicembre, gli interessi medi applicati ai prestiti immobiliari erano arrivati al 4,40%, vale a dire il triplo rispetto all’1,45% di gennaio 2022, che invece ha rappresentato il livello più basso dell’ultimo periodo.

Una corsa vertiginosa di 295 punti percentuali in soli 24 mesi che – calcola uno studio della Fabi, il primo sindacato dei bancari – ha portato lo stock di mutui a calare, nel corso del 2023, di 2,3 miliardi di euro (192 milioni al mese in media) dopo l’aumento di oltre 35 miliardi registrato nel biennio precedente.

Con la sua incessante serie di rialzi ai tassi la Bce ha distrutto la capacità di indebitamento delle famiglie e gli investimenti nel mattone dei nostri connazionali. Tanto che è calata dal 50% al 41% anche la percentuale di italiani che si indebita per comprare l’abitazione dei suoi sogni.

La voragine potrebbe iniziare ridursi se, come previsto, la Bce a giugno inizierà a sforbiciare il costo del denaro. Ma ci vorrà tempo per rimediare al danno: gli esperti, infatti nutrono molti dubbi su quanto rapidamente potrà riaccendersi l’amore degli italiani per la casa.

Basta ricordare che l’ammontare dei mutui si attestava a 392 miliardi a gennaio 2021 ed è aumentato al ritmo di 1,5 miliardi al mese fino a chiudere l’anno a quota 410 miliardi. Nei dodici mesi successivi ha poi rallentato la corsa sfiorando però comunque un livello di 427 miliardi.

Poi appunto il tonfo del 2023: 600 i milioni sparti soli a gennaio e poi una lenta discesa fino ai 424 miliardi di dicembre scorso. In sostanza, ogni mese ci sono stati in circolazione 192 milioni di erogato in meno per un totale di 2,3 miliardi di euro in un anno.

Il tutto senza considerare che sono già 200mila le famiglie che non riescono a sostenere il peso delle rate. Si tratta di prestiti non onorati che promettono di diventare incagli e poi crediti deteriorati che avveleneranno i bilanci delle banche, costringendole ad altre pulizie contabili.

Fonte:Fabi
Fonte:Fabi

A essere in calo è ormai l’intero mercato immobiliare italiano, su tutto il territorio nazionale e per ogni tipologia dimensionale di abitazione. Sono infatti diminuite le compravendite delle prime case e, da gennaio a settembre dello scorso anno, con il tasso Bce volato fino al 4,5%, solo il 41% degli acquirenti ha fatto ricorso a un mutuo ipotecario, rispetto al 49,3% del 2022, quando il tasso d’interesse medio al 2,48% e al 52% del 2021 (1,90%).

Collassate, poi, anche le compravendite delle abitazioni nuove, che hanno fatto registrare un calo del 15,9%: dato negativo che si va a sommare  al meno 40,9% del secondo trimestre 2023 rispetto a un anno prima.

Per approfondire leggi anche: Euribor truccato, ecco quando si ha diritto a farsi rimborsare il mutuo dalla propria banca. Qui, invece, la sonora bocciatura rimediata da Christine Lagarde che si è vista bollare come inadeguata al proprio ruolo anche dalla gran parte dei dipendenti dell’Eurotower. Gli stessi che invece lodavano le capacità e la determinazione di Mario Draghi e del suo “whatever it takes” per salvare l’euro dagli attacchi al debito sovrano che rischiavano di ridurre le Borse in polvere insieme ai nostri risparmi.

E’ fondamentale che la Bce acceleri l’avvio del costo del denaro perchè solo così sarà possibile “ridare ossigeno a un pezzo fondamentale della nostra economia che vale diversi punti di Pil”, sottolinea il leader della Fabi Lando Maria Sileoni invitando a considerare l’importanza di tutti i settori collegati alla compravendita e tutto il cosiddetto indotto. La presenza del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel consiglio direttivo della Bce – assicura Sileoni  – “rappresenta una garanzia per tutti noi: la sua esperienza, la sua capacità di incidere sulle decisioni collegiali e la sua visione politica”. Non resta che sperare che madame Lagarde prenda in mano le forbici già a maggio.