Il mondo alla guerra dei chip, la Cina schiera un fondo da 47 miliardi

Maxi stanziamenti anche da Usa e Ue. In gioco il predominio sull’intelligenza artificiale e i super-computer

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cina chip

Il mondo alla guerra dei chip. Dopo gli stanziamenti di Stati Uniti e Unione Europea, è stata la Cina a schierare le truppe dando vita a un fondo con una potenza di fuoco di oltre 344 miliardi di yuan. Ai cambi attuali più di 47 miliardi di dollari per l’industria dei semiconduttori.

Il Paese asiatico presieduto da Xi Jinping cerca così il riscatto in un mercato, appunto quello dei chip che la vede in un angolo a livello mondiale rispetto al predominio di Taiwan e degli Stati Uniti. Taipei da sola si mangia più della metà del giro d’affari mondiale,Washington dovrebbe agguantare il 17-18% del mercato entro 5 anni. Pechino è invece ferma a poco più del 5 percento.

Ma perché tanta attenzione per i wafer di silicio? Dall’industria dei chip dipendono ormai non solo i prodotti consumer di uso quotidiano come smartphone, elettrodomestici intelligenti, l’internet of things nelle nostre case o ancora le auto elettriche. Le stesse con cui la Cina è pronta a penetrare nel Vecchio continente tramite i concessionari Stellantis.

Alla disponibilità di chip sempre più avanzati e a buon mercato devono le possibilità di sviluppo anche l’intera industria, il settore bellico, l’economia dello Spazio, l’intelligenza artificiale generativa e le nuove frontiere della traduzione simultanea dal telefonino grazie a una App tutta italiana, la possibilità di studiare prototipi con i gemelli digitali. In prospettiva financo la nuova frontiera dei computer quantici.

Ecco perché il Dragone punta a raggiungere l’autarchia sui wafer in silicio così come ha già fatto per esempio con le terre rare. Un predominio che ha ora scatenato lo sforzo miliardario in corso tra Usa, Europa e la stessa Cina per riportare l’uomo sulla Luna e aggiudicarsi lo sfruttamento delle sue miniere.

Ecco perché è in corso una battaglia commerciale a suon di dazi tra Washington e l’ex Celeste Impero, con gli americani che cercano di escludere le aziende del Dragone dalle proprie catene di fornitura.

Leggi anche: L’Ue mette i paletti all’intelligenza artificiale, ma sarà un flop.

I chip sono insomma i “neuroni” su cui viaggia il pensiero di domani. Pochi giorni fa Elon Musk ha raccolto sul mercato altri 6 miliardi di dollari per la sua xAi. Si tratta della start up con cui il papà di Tesla sfida la supremazia di OpenAi, a cui appartiene ChatGPTe di Google con Gemini.

Una mossa quella di Musk che ha anche il sapore della rivincita. Perché lo stesso Elon era stato tra i fondatori di OpenAi insieme a Sam Altam, poi unitosi a Microsoft in cambio di investimenti miliardari. Il futuro, che ci piaccia o meno, è già arrivato.

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