Che la politica estera del Presidente americano con la ritirata dall’ Afghanistan aveva lasciato dubbi e perplessità è ormai un fatto consolidato, oggi non si parla più o almeno se ne parla poco di Afghanistan, di talebani, di donne afghane, però, si parla anche ancora poco degli interessi americani verso l’Indo Pacifico, del QUAD, il quadrilatero delle democrazie dell’Indo Pacifico, eppure, la politica estera di Biden sta ripartendo proprio da lì, da quella parte del mondo come già detto in altri articoli.
Non è un caso se a poco tempo dall’abbandono di Kabul, Biden organizza un vertice dove ne fa parte Giappone, Australia e India ossia quei paesi che devono contenere l’avanzata della Cina in quell’area del mondo dell’Oceano Pacifico.
E non è un caso la nascita dell’alleanza strategica militare dell’America con il Regno Unito e l’Australia sempre nell’area dell’ Indo Pacifico, definita “Aukus”, un patto che punta allo scambio e alla integrazione delle capacità di difesa e informazione dei partner e che provvede a dotare l’Australia di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare per fortificare la sua presenza militare nella regione del Pacifico.
E non è ancora un caso che in tutto ciò, Biden non ha mai fatto il nome della Cina quando è evidente che tutta l’operazione verte al contenimento espansionistico della Cina.
Solo che di tutto ciò, Pechino non era stato informato come la stessa Europa a dire del portavoce europeo che nulla sapeva dell’alleanza tra America, Regno Unito e Australia.
Aukus segna una evidente rottura con la linea dell’ex Presidente Trump ma al contempo un’offesa all’Europa.
L’accelerazione di questa enorme operazione nasce proprio dall’Australia che preoccupata dai rapporti commerciali con la Cina divenuti sempre più tesi aveva chiesto l’aiuto agli Stati Uniti che immediatamente hanno abbandonato Kabul per correre in suo aiuto.
Così come anche il Regno Unito che vede in questa alleanza la possibilità di estendere la sua supremazia a livello internazionale in quei contesti delle tecnologie di punta e delle scienze, stiamo parlando a detta del Primo Ministro Boris di “un pilastro strategico, del centro geopolitico mondiale” dove si rafforza ovviamente anche il Brexit, ecco che il portare la democrazia in Afghanistan diventa di certo meno importante per l’America rispetto ad un riassetto geopolitico mondiale che la vede uscire dall’isolamento.
Ambiti come l’intelligenza artificiale, la cyber sicurezza, i computer quantistici e le capacità di difesa sottomarine, sintetizzando il tutto, si sta parlando del futuro del pianeta.
Mettendo insieme l’alleanza Aukus (America, Regno Unito, Australia) e il QUAD (America, India, Giappone, Australia) ecco che possiamo dire che nell’area del mondo dell’Indo Pacifico sta nascendo una vera e propria NATO ASIATICA di fatto per contrastare la CINA, e, non è impensabile a questo punto anche in un immediato futuro l’apertura alla Francia che detiene rapporti con l’Australia da diverso tempo per rimediare allo smacco inflittole con questa operazione.
In tutto questo scenario che si va consolidando viene da chiedersi come l’Europa e i suoi Stati membri si posizioneranno in questo nuovo riassetto mondiale e ancora di più se riuscirà a conquistarsi un posto strategico che torni a vantaggio anche del nostro paese in campo tecnologico e di sicurezza.
Ora, ci rendiamo conto di quanto piccola sia l’Italia davanti a questi giganti del mondo?
Ma ancora di più, immaginiamo cosa sarà dell’Italia se si separasse dall’Europa.
Alla luce di questi eventi di smisurata portata, è evidente che l’unico che può portare autorevolezza all’interno dell’Europa che si trova davanti una nuova sfida e far sentire la voce dell’Italia non può che essere il Presidente Draghi, come dire, qui si sta parlando di accadimenti che stanno disegnando un nuovo mondo, che richiedono competenze assolutamente superiori a quelle che almeno dimostrano di avere i nostri politici italiani che ancora dibattono in piena pandemia sul greenpass tanto per citare un fatto dei tanti, senza volere offendere nessuno ovviamente.
Lorena Polidori