Economia

Il reddito universale aveva bisogno di una Pandemia

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L’altro giorno ho scritto il primo articolo, di una lunga serie che verrà, con cui ho intenzione di raccontarvi cosa sta accadendo attorno a quello che sembrava un tema controverso e tutto di casa nostra, mentre ora,scopriamo essere un tema legato a tutto il Pianeta: il Reddito Universale.

https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/economia/ed-ora-vogliono-comprarci-con-il-reddito-universale/

Ma facciamo un passo in più…

È il 17 aprile 2020. Ve lo ricordate il 17 aprile del 2020 vero? Eravamo nel bel pezzo dei giorni più difficili della Pandemia. Eravamo in pieno Lockdown, eravamo precipitati in un inferno che sembrava non potesse avere più fine. E proprio in quei giorni, in cui i bollettini della croce rossa e della Protezione Civile avevano numeri da guerra e la condizione di vita, soprattutto dal punto di vista psicologico, si faceva sempre più complicata; in quei giorni così bui, quasi come fosse preparato c’era qualcuno che già parlava di Reddito Universale.

L’idea partiva dall’ FMI, dal Fondo Monetario Internazionale che, proprio quel 17 febbraio, pubblicava sul proprio sito questo documento, che sembra così anticipatore rispetto a ciò di cui si sta parlando oggi ed il cui titolo era:“Il Reddito di Cittadinanza Universale è la risposta alle disuguaglianze esposte dal Covid-19”.

Devo dire che quest’articolo ha un po’ colpito il mio orgoglio personale di giornalista. Quando qualche giorno fa ho scritto il mio articolo sul Reddito Universale, pensavo di essere stato uno dei primi nel Mondo dell’informazione a trattare l’argomento. Ed invece ero indietro di due anni rispetto all’fmi o forse era l’FMI in anticipo di due anni rispetto a me.

Sta di fatto che il Reddito Universale non è più un postulato, un’idea da sviluppare. E’ molto di più. E’ un metodo di di una nuova idea di vita e di sviluppo che si sta preparando, per certi versi è già pronto a governare le nostre vite. “Nella frenesia dell’epidemia di COVID-19- scriveva già allora l’ FMI – diversi paesi stanno prendendo in considerazione massicci pacchetti di incentivi fiscali e stampando denaro, per smussare le crisi concomitanti in corso: la pandemia e la disfatta della depressione economica.

Questi piani sono essenziali, ma devono essere strategici e sostenibili.  E qui arriva la nuova sfida lanciata dal Fondo Monetario Internazionale. È tempo di aggiungere un nuovo elemento ai pacchetti di politiche che i governi stanno introducendo: l’Universal Basic Income (UBI). È necessario come parte del pacchetto che ci aiuterà a uscire dalla crisi.

Gli oppositori, e ce ne sono molti – continua l’FMI – faranno notare che non funzionerà perché nessun paese può permettersi di distribuire regolarmente denaro a tutti i cittadini. Sosterranno che avremo deficit insostenibili, che non possono essere finanziati.Questa è una preoccupazione valida.

Ma l’alternativa – non affrontare con forza le ripercussioni del COVID-19 – si tradurrà in una maggiore ondata di disuguaglianza, aumentando le tensioni sociali che costerebbero ancora di più ai governi e aprirebbero i paesi a un maggiore rischio di conflitto sociale”. Fin qui il Fondo Monetario Internazionale…

Ma, mi chiedo io, da quando in qua le disuguaglianze sono un problema? Non c’è nessuno uguale all’altro. Ognuno di noi ha le proprie peculiarità, il modo di pensare, l’approccio alle cose, ognuno di noi vive con i propri talenti da giocare, con le proprie competenze. Dio non ci ha fatti uguali, ci ha fatti diversi e con azioni e responsabilità differenti. Chi dovrebbe decidere il livello di uniformità cui portare chi arriva da livelli diversi?.

Questa assurda voglia di rendere tutti soddisfatti, renderà moltissimi insoddisfatti: quelli che valgono. Quelli che oggi si sono messi davanti al carretto e lo stanno trainando. Questi saranno spenti nell’animo d’impresa, mentre quelli che non hanno le competenze ed i numeri continueranno a non avere competenze, continueranno a non avere obiettivi e desideri di crescita.Ed a questi si uniformeranno nel tempo anche tutti gli altri, fino a che nessuno aspirerà alla crescita, ma tutti saranno soddisfatti di quel che hanno, anzi di quello che gli viene dato, regalato, perché nessuno avrà dovuto far niente per ottenere ciò che ricevono.

E’ questo il Mondo verso cui stiamo andando? E’ questo il Mondo verso cui vogliamo andare?

Leopoldo Gasbarro, 8 giugno 2022