L’Italia assomiglia una grande calamita turistica, in grado di attirare viaggiatori da ogni parte del mondo. Persone, disposte ad affrontare spese crescenti: 5,2 miliardi l’esborso dei turisti stranieri nella Penisola, in aumento del 17% secondo Bankitalia.
Il dato si riferisce a maggio e si affianca a un avanzo da 2,8 miliardi, ma tutto lascia pensare che sia andata allo stesso modo anche da maggio a oggi.
Tanto che, stima Assoturismo Confesercenti, solo ad agosto si attendono 85,8 milioni di presenze considerando le sole strutture ricettive ufficiali e pari a quasi il 20% del totale dell’anno.
A guidare la corsa alle prenotazioni in alberghi, Air-Bnb, campeggi e altre strutture sono gli stranieri (+2,3%), mentre la domanda dei nostri connazionali ristagna. Lo Stivale dovrebbe comunque registrare 49,5 milioni di presenze, il 58% dell’intero movimento turistico del mese.
Se il turismo corre, lo stesso non si può dire per l’export dei prodotti made in Italy, cioè l’altro polmone del Pil. Se tra gennaio e maggio il quadro aveva sostanzialmente retto, il saldo di giugno è stato invece un mezzo disastro: -6,1% anno su anno.
Il contraccolpo che ha mandato in rosso anche i primi sei mesi dell’anno, spiega l’Ice, rimarcando come a crollare sono stati soprattutto i mercati europei (-7,2%).
A rovinare il quadro sono state Francia e Germania. Un bel problema considerando che Berlino è il nostro principale partner commerciale e ieri ha sfoderato un indice della fiducia (lo Zew) ancora intriso di recessione. Insomma i tedeschi arrancano sul Pil mentre immolano l’Europa sull’altare del rigore.
E una bella sfida per il ministro Giancarlo Giorgetti che, dopo la pausa estiva, dovrà preparare la nuova legge di bilancio, tentando di confermare perlomeno i bonus fiscali in essere e nel contempo arginando la procedura di infrazione fatta partire da Bruxelles contro i paesi spendaccioni e iper-indebitati.
Il titolo del Tesoro ha già zittito i gufi, affermano che il Pil tiene e che non ci saranno manovre lacrime sangue. Con l’autunno arriveranno tuttavia gli esami delle agenzie di rating, centrali per lo spread: si inizia il 18 ottobre con S&P and Fitch. Quindi una settimana dopo Dbrs e il 22 novembre Moody’s.
E l’Italia, dopo aver superato il test di maggio indenne, avrebbe bisogno di una promozione per pagare meno interessi sul macigno del debito. Come ha auspicato anche il presidente della Consob, Paolo Savona, secondo cui l’Italia merita un voto in pagella più elevato visti i suoi fondamentali, compreso il solido risparmio privato.
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Tornando all’export italiano visto dai settori, è andata male sia agli autoveicoli (-21,5%) sia al comparto energetico (-26,9%) sia al tessile-abbigliamento-calzature (-12,4%). In controtendenza invece la farmaceutica, così come si sono difese chimica e alimentare +0,7%.