Niente scossa elettrica per le auto in Italia: se le immatricolazioni compiono un altro passo avanti a novembre (+16%) non così si può dire per le e-car, che restano attaccate alle ancora insufficienti colonnine di ricarica disponibili sul territorio. Tanto che sulle strade del nostro Paese sono alimentate con la spina appena quattro vetture ogni cento, contro una quota di mercato media che nell’Europa occidentale è prossima al 15%.
In particolare, lo scorso mese sono state vendute 139.278 autovetture portando il totale da inizio anno a 1.455.271, con un incremento del 20% circa sullo stesso periodo del 2022. Non c’è però molto da festeggiare, perché i livelli pre-pandemici sono ancora lontani dall’essere riagguantati (-18,1% sullo stesso periodo del 2019). La stima è che il 2023 si possa chiudere con un saldo di poco superiore a 1,5 milioni di immatricolazioni.
A snocciolare i dati del mercato dell’auto, come sempre è stato il Centro Studi Promotor. Ma questa volta il peso è diverso, perché sarà questo il biglietto da visita con cui l’industria si siederà mercoledì 6 dicembre al tavolo con il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. L’obiettivo del governo è quello di arrivare, anche stanziando degli incentivi ai costruttori, a un milione di auto prodotte in Italia. Un traguardo lontanissimo, dato che Stellantis nel 2022 era più o meno a metà strada: 480mila vetture prodotte e 206mila veicoli commerciali, per un totale di 685mila unità.
Secondo l’indagine Promotor, le vendite 2023 sono state frenate essenzialmente da tre fattori:
- le famiglie sempre più in difficoltà a fare fronte a spese extra a causa dell’inflazione;
- i continui rincari dei listini dei costruttori;
- la debole congiuntura generale che, malgrado la manovra abbia superato l’esame delle agenzie di rating, assegna al Pil una crescita stimata di appena l’1 per cento dopo la furia della Bce sul rialzo dei tassi e l’incognita del Patto di Stabilità.
Tanto che sei concessionari su dieci lamentano ordini deboli. Per non parlare poi del peso del fisco Dracula che dissangua la classe media, l’unica che avrebbe la capacità di rilanciare i consumi e affonda i denti anche nelle tredicesime.
Decisamente migliore il quadro per il mercato delle moto che si avvia a chiudere il 2023 come il miglior anno dal 2011 dopo un novembre energico (+15% le vendite) malgrado una flessione importante dei ciclomotori. In particolare Confindustria Ancma conta 16.784 unità vendute a novembre ma, per la prima volta nell’anno frenano gli scooter.
Anche per le moto finisce paralizzato l’elettrico che, dopo la fine degli incentivi statali, crolla di quasi il 64% a soli 544 veicoli messi in strada. Il peggior risultato da gennaio. L’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori batte cassa all’esecutivo, chiedendo un immediato ripristino dei bonus.