Economia

In Italia sale l’inflazione ed i tassi di interesse: attenti al debito pubblico

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E’ l’Italia a trascinare verso l’altro il dato europeo dell’inflazione. Dopo una piccola riduzione registrata il mese scorso, dovuta più agli incentivi emessi dal governo, che da una situazione di ritrovata stabilità economica, il costo della vita nel nostro paese ha ripreso a correre come mai in passato. 

Il dato ufficializzato dall’ISTAT questa mattina è stato di 8 punti percentuali, il precedente era 6,8%. Tuttavia il dato armonizzato europeo ha raggiunto l’8,5% crescendo di oltre un punto percentuale e trascinando verso l’alto il costo della vita globale a livello continentale.

Cosa cambia adesso? Sicuramente la BCE non potrà non intervenire in maniera molto forte sui tassi di interesse, riempiendo, di fatto, un mercato del reddito fisso che era sparito da anni, in pratica dal “Whatever it takes” di Draghi, quando i tassi erano crollati sotto zero. Ma l’attuale situazione inflattiva impone scelte più professionali e di competenza dal punto di vista di gestione del portafoglio. 

L’asset class azionaria, nei suoi livelli di rischio, tutto sommato risulta molto semplice dal punto di vista dell’approccio: bisogna diversificare al massimo e aspettare il giusto tempo di realizzo. La gestione invece dei portafogli obbligazionari è molto più complessa e richiede competenze che non tutti hanno. 

Tenendo in considerazione che in questo caso il “fai da te” potrebbe essere addirittura distruttivo, la situazione di mercato, con il giusto livello di consulenza, è in grado di generare livelli di redditività assolutamente interessanti. 

Ma l’inflazione così alta, su cui incide ormai quasi per il 50% il costo dell’energia, potrebbe rientrare con la stessa velocità con cui si è palesata dopo anni di letargo. Certo ci vorrebbe la fine della guerra e un ritorno verso una normalità difficile da immaginare ora. Ma spiragli ce ne sono eccome elidendo le dichiaraizoni roboanti di Putin da una parte e di Stoltenberg dall’altra, a quest’ultimo possiamo accomunare per eccesso di esternazioni anche Mario Draghi, sotto sotto la diplomazia continua a lavorare. 

L’abbandono da parte dei russi dell’isola dei serpenti è un segnale chiaro: si vuole lasciar libero a tendere il passaggio delle navi cariche di grano destinate ai paesi più poveri del mondo. E poi ad ottobre ci sarà il G20. Putin ha già detto di esserci. Sarà vero? 

Intanto chiudiamo con un consiglio: la quota di gas destinata all’Italia dalla Russia si sta riducendo sempre di più e potrebbe essere chiusa definitivamente e, per incidere nella maniera più negativa possibile, all’approssimarsi dei mesi più freddi. Avere a casa una stufa a legna, un caminetto o cominciando a pensare a soluzioni di carattere fotovoltaico, potrebbe garantire quell’indipendenza energetica che quest’anno rischia di essere necessaria. 

Certo è che un natale che abbia le candele al posto delle luci degli alberi e dei presepi potrebbe addirittura essere più romantico, ma ritrovarvi a battere i denti per il freddo lo allontanerà (il romanticismo) mica poco. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che essendo agli inizi dell’estate non ci si può preoccupare del natale. Giustissimo, se non fosse che siamo in guerra, comunque la si chiami.

 

Leopoldo Gasbarro, 1 luglio 2022