Economia

Ita Airways diventa tedesca, via libera Ue alle nozze con Lufthansa

Ecco come cambiano le rotte. Ma abbiamo finito di pagare la “tassa” Alitalia

Ita Airways

La rotta comune tra Ita Airways, la compagnia nata dalle ceneri dell’ex Alitalia, e Lufthansa inizierà entro quattro mesi. Il matrimonio, che ieri ha visto il via libera ufficiale della Commissione europea dopo un estenuante braccio di ferro protrattosi per quasi un anno, prevede che il vettore tedesco si porti al 41% di Ita tramite in aumento di capitale riservato da 325 milioni.  Il closing dell’operazione è atteso in autunno.

Il denaro resterà in pancia alla compagnia italiana per il suo sviluppo. A quel punto sarà nominato il nuovo consiglio di amministrazione, dove siederanno cinque membri scelti dal ministero dell’Economia, tra cui il presidente. Lufthansa invece avrà due posti nel board, ma ne sceglierà l’amministratore delegato.

Lufthansa terrà quindi nelle sue mani la cloche di Ita nella sua veste di acquirente. Il gruppo è infatti destinato a ritirare il 90% del capitale per poi salire 100% entro il 2029.  Il Tesoro, che ha iniettato 829 milioni per far ripartire la compagnia di bandiera, al momento resta quindi al 59% di Ita ma poi disimpegnerà.

Ita è infatti troppo piccola per restare da sola ed essere realmente competitiva. Ora potrà trovare sinergie di costi, di ricavi e di rotte con Lufthansa nel proprio perimetro ha già Austrian, Brussels, Eurowings e Swiss.

Come detto la signora della Concorrenza Ue, Margrethe Vestager, ha approvato in via definitiva l’operazione in cambio di alcuni “rimedi”. In sintesi Ita e Lufthansa, pur di strappare l’ok, rinunciano a 15 coppie di slot giornalieri a Milano Linate. In tutto, quindi, 30 voli in partenza e in arrivo.

A conti fatti, nella stagione invernale sono 192 gli slot che passano alla concorrenza e 204 in quella estiva. Sebbene il problema antitrust su Linate fosse considerato il più evidente, sarà inoltre agevolato l’ingresso di un’altra compagnia su alcune rotte in partenza da Roma Fiumicino per il resto d’Europa.

Ancora più spinoso è stato risolvere le obiezioni mosse da Bruxelles sui voli intercontinentali, a partire da quelli verso il Nord America. Così anche per chi vola verso Washington, San Francisco e Toronto si aggiungerà presto un altro vettore, secondo una serie di tecnicalità misurate con il millimetro dagli occhiuti burocrati europei.

Insomma, le rinunce sono state pesanti. Lo sposalizio con Lufthansa, come ha rilevato ieri il ministro Giancarlo Giorgetti, era però l’unico modo sia per offrire certezze a livello occupazionale sia per evitare nuove iniezioni di denaro da parte dei contribuenti per coprire possibili future perdite.

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Un vizietto quest’ultimo, che con la vecchia Alitalia si è trascinato per decenni anche a causa dei numerosi errori commessi sia a livello strategico sia industriale. Si può stimare che avere una compagnia di bandiera abbia drenato dalle casse dello Stato, e quindi dalle tasche di tutti noi, la bellezza di 10 miliardi. Davvero tanti, o meglio troppi.