Ita Airways si appresta a entrare nell’hangar di Lufthansa con i conti in ordine e pronta a riportare tra le nuvole il marchio Alitalia. La compagnia aerea ad oggi ancora interamente controllata dal ministero del Tesoro di Giancarlo Giorgetti ha chiuso il primo semestre con ricavi in crescita a 1,4 miliardi.
Ma soprattutto sono aumentati del 26% a 8,3 milioni i passeggeri che hanno scelto di volare con Ita per un load factor, cioè il tasso di riempimento degli aerei del 79 percento. Ita è tornata così a segnare un margine operativo lordo positivo per 62 milioni.
Da gennaio a giugno di quest’anno i conti sono ancora in rosso per 140 milioni anche a causa dell’ammortamento degli aerei, ma quello lanciato dall’ebitda è il segnale che i flap di Ita sono posizionati in modo corretto e che il traguardo del profitto dovrebbe essere raggiunto nel 2025.
Migliora anche la cassa della compagnia, mentre il presidente Antonino Turicchi conferma i programmi di crescita della flotta di Ita così da essere pronta, pur nelle sue modeste dimensioni, per fare fronte all’incoming turistico aggiuntivo atteso nel 2026 grazie alle Olimpiadi Milano-Cortina e al Giubileo a Roma.
Sempre come omaggio al made in Italy, Ita recupererà inoltre la memoria Alitalia, società ormai chiusa perché fallita, recuperando sulla sua livrea azzurra logo e dicitura “Inspired by Alitalia“. Un brand che all’estero è ancora evocativo della Dolce Vita malgrado la valanga di denaro pubblico che ha bruciato nel nostro Paese a causa di continui tentativi di rilancio andati a vuoto.
Il governo nel novembre del 2020 aveva dovuto creare Ita, acronimo di Italia Trasporto Aereo, in discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia per evitare l’accusa di aiuti di stato da Bruxelles. La compagnia avrebbe poi iniziato a volare il 15 ottobre dell’anno successivo con 52 aeromobili.
Il closing dell’accordo che porterà Lufthansa al 40% del capitale di Ita e poi a diventarne azionista unico è previsto il 4 di novembre. Lo strumento finanziario prescelto per rilevare il 40% è una ricapitalizzazione che verserà 400 milioni nelle casse della compagnia italiana, di cui dovrebbe a quel punto diventare amministratore delegato Jorg Eberhart.
Prima è necessario soddisfare tutti i rimedi posti come condizione al matrimonio da Bruxelles dopo un interminabile braccio di ferro: si va dagli slot di Linate alle tratte lungo raggio, quelle più profittevoli.
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Nel frattempo è però Lufthansa a soffrire, complice anche il generalizzato stato di frustrazione in cui versa l’economia tedesca mentre crocifigge gli altri Paesi europei con i chiodi del rigore. Nel primo semestre Lufthansa ha perso 427 milioni e i margini sono caduti a picco anche a causa di ritardi nelle consegne dei mezzi ordinati a Boeing e Airbus.
Al gruppo tedesco, che controlla diverse compagnie europee, servirà un piano di ristrutturazione drastico.