Eravamo rimasti a che l’Europa attraverso le sanzioni doveva mettere in difficoltà la Russia o meglio Putin, il tutto invece si sta rivelando un vero boomerang di ritorno verso la stessa Europa.
Vorrei però invitare a non parlare soltanto di Russia, perché per avere il quadro chiaro della situazione è opportuno allargare il campo visivo verso i paesi del cosiddetto BRICS, ossia Brasile, Russia, India, Cina a cui si è aggiunto anche il Sudafrica, e gli altri paesi che hanno chiesto di aderire come Iran, Argentina, Arabia Saudita, Egitto ed altri, si sta sempre parlando come già detto e ridetto in altri precedenti articoli, di Paesi che si sono alleati per combattere l’America, o meglio, trattasi di una “guerra” capeggiata dalla Cina che i paesi appartenente al BRICS stanno facendo contro il dollaro, e infatti procede senza sosta la loro intenzione di creare una valuta alternativa al dollaro americano e, in questo conflitto tra l’area del dollaro e i paesi del BRICS, è proprio l’Euro dell’Unione Europea che viene concretamente indebolito, da parte di tutti questi paesi che cercheranno inevitabilmente di eliminare l’eurozona, vi è compresa anche l’America…
A questo punto precisare che la maggior parte dell’economia tedesca, italiana, francese dipende dal gas russo può rendere l’idea dell’imponente danno economico che è in arrivo?
E ora arriviamo ai fatti accaduti in questi ultimi giorni, con Mosca che sta mettendo l’Europa sempre più sotto pressione, ed è di oggi la notizia che si riunirà il Consiglio Straordinario per discutere di fissare un tetto al prezzo del gas, una decisione che molto sommessamente definirei “quanto mai inopportuna” che aumenterà ancora di più le tensioni tra Russia ed Europa e che comprometterà ancor più seriamente la fornitura di gas da parte della Russia.
Sarà una coincidenza che la manutenzione straordinaria del gasdotto Nord Stream 1 sarebbe dovuta terminare oggi e invece a causa di “una perdita di olio” Gazprom ha ritenuto opportuno chiuderlo definitivamente per un periodo da definire, lasciando l’Europa nella penosa ricerca di una sempre più difficile soluzione.
Chiudere Nord Stream 1 da parte di Putin, significa togliere all’Europa un ulteriore 5% di gas russo più o meno dai 8 ai 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno, ora, considerando che l’Europa ha esaurito tutti i metodi di approvvigionamento alternativi alla Russia stiamo parlando di volumi decisamente importanti.
Mosca da questa crisi del gas sta continuando a guadagnare in modo spropositato triplicando le sue entrate e sta praticamente soffocando l’Europa, inutile continuare a ribadire che il problema si ritorcerà in modo massiccio su imprese e famiglie europee.
E’ anche opportuno un passaggio relativo al fatto che se fino ad oggi il prezzo del gas è aumentato in Europa per le speculazioni che ci sono state al rialzo, da oggi il prezzo del gas aumenterà per la scarsità di offerta, e, per la mancanza del gas l’Unione Europea sarà costretta a fermare una gran parte del proprio sistema economico con l’inevitabile aumento rapidissimo della disoccupazione.
E’ superfluo ribadire che se l’ Unione Europea continuerà a fornire armi all’Ucraina e continuerà ad insistere con le sanzioni verso la Russia, i russi bloccheranno definitivamente la fornitura del gas, e saranno problemi seri e purtroppo e come sempre soprattutto per l’Italia che già l’anno passato ha subito la speculazione del gas e carburante provocando problemi seri alle famiglie alle imprese italiane.
Certo che davanti a questo scenario sono lontanissimi per spazio temporale, padronanza politica e gestionale, i tempi di quell’Enrico Mattei che, attraverso la sua lungimirante visione politica e soprattutto attraverso il suo coraggio, cercò di avviare l’Italia in modo autonomo attraverso la stipulazione nel 1958 del primo contratto di acquisto di petrolio grezzo dal governo russo….
Facciamoci tante domande …!!!!
Lorena Polidori, 4 settembre 2022