La Cina fa partire una indagine anti-dumping sui container di carne di maiale e derivati, quindi salumi italiani compresi, che dall’Unione europea raggiungono le sue dogane. Naturalmente si tratta di una risposta politica ai maxi-dazi sulle auto con le spina cinesi posti da Bruxelles.
La Commissione Ue ha infatti deciso di fulminare le auto elettriche costruite sotta la Grande muraglia con dazi fino a 48,1%, per l’esattezza alla tassa del 10%, che era già in vigore, è stata aggiunta una gabella fino al 38,1%.
E il Dragone, fumante d’ira, mette in atto una ritorsione sulla carne di maiale destinata al consumo umano: l’indagine anti-dumping durerà un anno. Si tratta di una delle categorie merceologiche più esportate dal vecchio continente verso la Cina. Solo nel 2023, si parla di fatture per un controvalore di 6 miliardi di dollari.
A rischiare di più in termini di business è la Spagna, quindi Olanda, Danimarca e Francia. Ma anche i salumi made in Italy potrebbero subire contraccolpi. A questo punto non resta che muovere tutte le leve diplomatiche perché l’indagine avviata da Pechino segua tutte le regole del Wto.
Più in generale in gioco c’è la competitività dell’Occidente e la sopravvivenza delle sue imprese rispetto alla concorrenza cinese. Perché la Cina, sempre più “grande fabbrica del mondo“, sta invadendo il Pianeta con i suoi prodotti a basso costo.
La guerra dell’auto elettrica si affianca peraltro alla battaglia per il predominio dei microprocessori sempre in corso con il Paese guidato da Xi Jinping e alla corsa a riportare l’uomo sulla Luna per farne una miniera da cui ricavare metalli e terre rare.
Ad avvantaggiare il gigante asiatico, oltre ai massicci investimenti in ricerca e a una attenta politica industriale diretta dallo Stato, sono le condizioni in cui versa il mercato del lavoro e l’ampia disponibilità di materie prime.
Per approfondire leggi anche: la ritorsione protezionistica della Cina contro i superalcolici europei.
Gli Stati Uniti lo hanno capito da tempo: Washington sta già tentando di bloccare le auto elettriche cinesi con dazi ancora più alti di quelli europei. Ma è probabile che la guerra commerciale si allargherà, con inevitabili ripercussioni sul commercio mondiale e quindi su consumi e Pil.