Economia

“La Fornace” di Luigino. Il ristorante che non ti aspetti

Metti una sera a cena…

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Una strada come tante, una di quelle tipiche dell’interland milanese. Semafori che si rincorrono ed un incrocio che evidenzia un’insegna di un albergo. Poli Hotel. E’ così che si chiama.

Dal nome non ti aspetti nulla di nuovo. Sembra uno come tanti, come i tanti semafori rossi che hai trovato sulla tua strada. Ma quando entri ti ritrovi in un turbinio di foto di vecchie biciclette e di antichi campioni. C’è anche quella del proprietario.

E’ una vecchia Girardengo, almeno così mi sembra di ricordare, anche se sui nomi non prendetemi troppo sul serio. La tiene lì, in mezzo agli ascensori, in bella vista. Lui è Luigino e il suo cognome giustifica il perchè del nome dell’Hotel.

Ma le sorprese quelle vere, quelle saporite devono ancora arrivare. Luigino ci accopagna al tavolo del suo ristorante. Eccolo il ristorante che non ti aspetti, ma soprattutto ecco lo chef che non ti aspetti. L’avevo visto qualche volta in televisione con la Clerici ma con la mascherina in volto non lo riconosco. E’ Vincenzo Marconi, molti di voi lo ricorderanno.

Nonostante qualche chilo in più, ha mantenuto intatta la sua simpatia e anche la sua spregiudicatezza che traduce in un tiramisù dalla singolare simbologia, capace di legare sapore ed erotismo. “Siamo già al dolce?” – vi chiederete. Assolutamente no, visto che anche il resto mi aveva sorpreso e non per la foggia ma per i sapori, per la qualità della materia prima e soprattutto, forse è stato questo il sapore più grande, per la qualità del servizio nel suo complesso.

Luigino è un “pacioccone“. Ispira tranquillità e fiducia.

E’ un pò come il suo papà, capace di distribuire, con la stessa facilità, sorrisi, posate e consigli gastronomici. Mi aiuta con la pietra ollare ma soprattutto, vive la sua presenza tra i tavoli come una missione: far star bene i clienti. Ma anche il resto della brigata, a cominciare dalla moglie deputata a far quadrare i conti, ha il suo stesso approccio semplice e simpatico.

Si sta bene a “La Fornace”. E’ un posto dove tornerò.

Se vi capita di passare da quelle parti vi consiglio di fermarvi. A proposito, non vi ho detto dove si trova. Ma volete che faccia tutto io? Conoscete il nome dell’Hotel, quello del ristorante e se vi dico San Vittore Olona impiegate tre minuti a trovarlo.

Pensate che questo scritto sia una marchetta?

Aspettate le prossime recensioni. Se non dovessi essere così fortunato come da Luigino, ve ne accorgerete subito.

Leopoldo Gasbarro, 30 settembre 2022