La forza (perduta) dell’esperienza
Quanto conta l’esperienza? Nelle cose di tutti i giorni, nella vita di tutti i giorni, ma anche e soprattutto nelle scelte d’investimento? Moltissimo direte voi, tantissimo forse. Eppure, forse soprattutto in questo momento, l’esperienza per molti aspetti della nostra quotidianità, rischia di essere un freno, un peso che noi non siamo in grado di valutare.
Pensiamo che l’esperienza possa guidarci, non certo disorientarci. Pensate al fuoco. Se da bambini ci fossimo scottati, oggi continueremmo a tenerci a debita distanza, a distanza di sicurezza, una distanza che ci consentirebbe di non scottarci nuovamente. E se invece oggi il fuoco, immaginatelo per assurdo, non scottasse più, sarebbe giusto tenersi a distanza o l’esperienza, in questo caso, ci porterebbe a tenere un comportamento privo di fondamento?
Ebbene quello che è accaduto con l’arrivo della Pandemia è sotto gli occhi di tutti. Il mondo che c’era prima non c’è più e non ci sarà alcun verso per farlo tornare indietro. Ciò che sarebbe cambiato con gradualità, negli anni, è invece cambiato in pochi giorni, in poche ore in qualche occasione. Il Covid-19 ha funzionato come il tasto di Reset del nostro computer. Lo ha spento, lo ha aggiornato facendolo ripartire con nuovi programmi, ma soprattutto, ha cancellato tutto quello a cui eravamo certi di poterci ancorare, ci ha “costretti” a cambiare, radicalmente in molti casi, ha cancellato proprio tutti gli effetti che l’esperienza aveva radicalizzato nelle nostre personalità, nei nostri comportamenti e nei nostri approcci al lavoro ed alla vita.
Sotto tanti punti di vista, ci ha costretti a ricominciare da capo a ripensare tutto quello che avevamo immaginato, ad osservare futuri nuovi e diversi cui non avevamo mai immaginato di poter o dover guardare. Questo non per forza si tradurrà in aspetti positivi. Ma dobbiamo prenderne atto. Me ne sono reso conto proprio ieri mentre risistemavo il mio archivio di contenuti relativi al 2019.
Mi sono accorto che il materiale a mia disposizione non sarebbe stato più facilmente utilizzabile. Troppo lontano il background, lo sfondo di riferimento per poter solo immaginare un loro utilizzo che possa metterli in correlazioni con i tempi correnti. Così mi sono reso conto che, disquisire troppo di inflazione, tassi di interesse, andamenti di borsa, lascia davvero il tempo che trova, nessuno ha le chiavi per comprendere dinamiche così nuove rispetto al passato. Tutto gira attorno a paradigmi nuovi, a protagonisti nuovi, unici nel loro genere.
Una cosa però è certa: a governare tutto ora ci sono i banchieri centrali. Le loro scelte, le loro idee, i loro interventi continui hanno più effetto e più incidenza delle scelte dettate da politica e governi. La politica, i Governi, i Capi di stato, sono diventati dei comprimari, i comprimari di un Mondo che oramai non controllano più e che difficilmente potranno pensare di governare ancora.
Leopoldo Gasbarro