La guerra delle parti: dove sta la ragione?

Rassegna stampa del 7 maggio 2019

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Conflitto

Chi scatena per primo una guerra ha sempre torto, detto ciò è anche vero che quando due persone litigano è perché non si piacciono e il perché, il motivo sta sempre nel mezzo, come quando finiscono anche i migliori matrimoni la verità sta sempre nel mezzo, come il contrasto tra Putin/Russia e Zelensky/Ucraina che parte da molto lontano, ha una verità che sta nel mezzo.

Ma siamo sicuri che sono soltanto loro due i responsabili della nascita di questo contrasto imploso in una guerra che rischia di trascinare il mondo intero in mezzo a bombe e carri armati?

E’ opportuno anche con occhio distante e neutrale osservare chi gravita intorno a  questi due personaggi che oggi fanno trattenere il fiato all’intero pianeta Terra.

Iniziamo dall’America, o meglio da Biden che attraverso la Nato controlla l’Europa, un Presidente che esce dalla situazione in Afghanistan decisamente indebolito, i suoi   consensi in America sono in discesa libera, il debito pubblico americano con la pandemia si è ingigantito in modo preoccupante e la sua inadeguatezza a gestire  una delle maggiori potenze mondiali è sotto gli occhi del mondo intero.

Anche se lontano territorialmente parlando dallo scenario di guerra, l’Indopacifico di fatto è molto vicino e presente, il Quad altro non è che il voler dar vita ad una Nato2 dall’altra parte del pianeta, dove l’America può controllare gli scambi commerciali nell’Oceano Pacifico e contrastare la Cina ma deve anche tornare ad essere paese di riferimento da quest’altra parte del mondo dove si è molto indebolita nei confronti della Russia.

Per fare questo ha bisogno di paesi come l’Ucraina territorialmente posizionata in modo strategico alle porte di Mosca che con la promessa di renderla un paese democratico facendola entrare nella Nato è disposta attraverso il suo Presidente Zelensky a fare il gioco pesante per suo conto, cioè indebolire l’immagine della Russia sempre più potente e sempre più alleata della Cina, due potenze mondiali che insieme schiaccerebbero l’economia americana in un decimo di secondo.

Ed ecco che Zelensky, forte del supporto americano provoca da mesi ma anche anni la Russia di Putin allargandosi verso la regione del Donbass avvicinandosi sempre di più verso Mosca divenendone una minaccia costante soprattutto se un domani l’Ucraina entrerà nella Nato.

In mezzo a questo scenario c’è l’Europa, la parte debole e divisa all’interno della Nato, o meglio unita solo per motivi finanziari ma quando si tratta di difesa dell’intero territorio europeo le cose cambiano e di molto perché gli interessi di alcuni paesi non collimano con quelli di altri.

Un esempio su tutti Germania e Italia, la prima diverrà il rubinetto incontrastato per guanto riguarda il gas dell’Europa attraverso Nord Stream 1 e 2,  la seconda non è stata neanche capace di terminare il gasdotto al Sud che gli avrebbe consentito una certa  indipendenza e, soprattutto oggi, un certo margine di trattativa ad un tavolo dove rappresenta lo zero assoluto.

E’ dal 2014 che l’Europa ha in agenda il problema dell’invasione della Russia verso l’Ucraina, pertanto se in otto lunghi anni non è riuscita a mediare e ad evitare quel forte contrasto oggi tramutatosi in guerra, cosa può inventarsi in un giro di poche settimane, ma si, certo, le sanzioni economiche sia alla Russia che agli oligarchi russi che poi le sanzioni a questi ultimi altro non sono che espropriazione di ingenti patrimoni a privati che forse non trova neanche una sua legittimità sul piano giuridico e sarà presto un altro pesante boomerang.

Cosi facendo, attraverso le sanzioni, la Nato, o meglio Europa e America, pensano che compromettendo il rapporto tra Putin e gli oligarchi del suo paese si riesca a farlo arretrare fino a portarlo ad un accordo diplomatico, dal quale accordo però non ci guadagnerà nessuno se non l’America di Biden, perché non è che indebolendo il patrimonio privato dei magnati russi che si riesce a mettere in ginocchio un paese come la Russia e Putin ma anzi, attraverso le sanzioni applicate, si indeboliscono tutti gli Stati che intrattengono rapporti economici con gli stessi oligarchi russi presenti a 360 gradi  nel sistema globale e infatti, già sono proprio le nostre imprese che di riflesso ne stanno pagando le peggiori conseguenze, l’aumento del gas, il grano che inizia a mancare, i prezzi degli alimenti che iniziano a salire e le grandi quantità di merci dirette al mercato russo ferme nei magazzini che manderanno in default migliaia di aziende.

Il risultato è che la Nato applica sanzioni per punire la Russia ma di rimando e di fatto impoverisce gli europei facendo guadagnare l’America che riacquista la supremazia nella parte del mondo della Nato 1, Biden  torna ad essere popolare nel suo paese e ancora di più, l’America torna ad essere il paese fornitore di tutto ciò che verrà meno dalla Russia attraverso questa guerra.

Ed ecco perchè a trovare una risoluzione diplomatica a stretto giro non conviene per niente a Biden ma anzi, gli conviene continuare a premere sulla sua leva Zelensky e tenere per conto terzi, senza metterci direttamente la faccia il mondo sotto scacco attraverso la Nato, intanto però non dimentichiamoci che Putin ha dall’altra parte l’Asia per i suoi interessi economici a dispetto delle sanzioni europee…

Per concludere non ci vuole uno stratega di guerra per capire che per arrivare alla fine di questa guerra assurda, dove a rimetterci sono i poveri comuni mortali ridefiniti “effetti collaterali” uomini, donne e bambini che muoiono in modo assurdo negli anni duemila, bisogna prima disinnescare l’effetto Biden e arrivare attraverso la Nato (fazione europea) ad un vero, intenzionale e reale compromesso diplomatico con Putin.

Lorena Polidori, 15 marzo 2022

 

 

 

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