Di ritorno dalla sua “passeggiata spaziale”, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, che tutto è fuorchè un personaggio banale, si è lasciato andare ad un particolare ringraziamento rivolto ai dipendenti e ai clienti di Amazon, che avrebbero sostanzialmente pagato il progetto Blue Origin e quindi il volo spaziale stesso.
A metà tra il serio e il faceto, non si può certo dire che, per quanto ritenuto da alcuni poco delicato, il sentito ringraziamento non racconti una verità: è infatti inconfutabile che siano stati proprio i dipendenti e i clienti di Amazon ad aver economicamente supportato la realizzazione di un progetto tanto ambizioso. Se però volessimo fare i pignoli, dovremmo sottolineare che il buon Jeff ha dimenticato di ringraziare anche “qualcun altro”, il cui apporto è stato determinante per i successi di Amazon, mi riferisco alla moneta elettronica.
Da anni, infatti, in buona parte dei convegni ai quali partecipo, ai webinar e alle lezioni con gli studenti evidenzio coi fatti che “non esiste un’economia digitale senza un pagamento elettronico” che non ne è una conseguenza ma il vero motore abilitatore. Bezos questo dovrebbe saperlo bene, così come dovrebbe sapere che senza la sicurezza delle procedure d’incasso e pagamento il suo impero – che oggi appunto gli permette di svariare dai servizi in cloud alla scoperta del cielo – non avrebbe mai potuto avere luogo, perché i pagamenti elettronici hanno sia permesso di avviare il business sia di instaurare quel sentimento di reciproca fiducia tra venditore e acquirente che è alla base di ogni rapporto di comprevendita e, in fondo, anche di relazione umana.
Oggi, se realizzare il sogno di “diventare astronauti” è un po’ più vicino che in passato (basta pagare le tutt’altro modiche cifre per fare il viaggio), rendendo l’esplorazione spaziale più accessibile e democratica, non bisogna dimenticare che questa grande ambizione è stata resa possibile da qualcosa di più prosaico, ciò anche per ricordarci che anche i sogni più irrealizzabili sono il frutto dei piccoli passi e delle piccole rivoluzioni quotidiane che ognuno di noi può realizzare tenendo lo sguardo all’insù.
Maurizio Pimpinella