Economia

La paura fa -18,2%

La settimana appena trascorsa ha visto proseguire la discesa dei mercati azionari: l’S&P 500 ha perso il 3% portando il ribasso dal picco di inizio gennaio oltre il 20% quindi in quello che viene definito bear market o mercato ribassista.

È la settima settimana consecutiva di ribasso, la più lunga serie dal 2001 quando il calo fu di 8 settimane come nel 1970. Inoltre, nei primi 97 giorni di borsa aperta dall’inizio dell’anno, siamo al 4° risultato negativo di sempre: -18,2%; peggio andò soltanto nel 1970 (Guerra del Vietnam e recessione in America), 1940 (Seconda Guerra Mondiale) e 1932 (nel pieno della Grande Depressione).

Dal 1928 l’S&P 500 ha sperimentato in media un bear market ogni 4 anni; con questo ribasso del 20% siamo al terzo mercato ribassista in meno di 4 anni. Ecco allora che si capisce un po’ meglio perché la paura fa 90 e perché – come sentiment – il mercato è tornato a quei giorni della primavera 2020 quando eravamo in piena crisi pandemica.

Il barometro Fear and Greed Index, l’indice della paura e dell’avidità, ha virato violentemente verso la Paura, in piena tempesta emotiva…

 

Nel film del titolo, il capitano Jack Aubrey (interpretato da Russell Crowe) – al comando della fregata HMS Surprise – affronta la nave corsara francese Acheron durante le guerre napoleoniche.

L’incontro, e scontro, tra le due navi avviene inizialmente al largo delle coste del Brasile e nella prima battaglia è la nave francese – più grande e meglio equipaggiata – ad avere la meglio, la Surprise è costretta a battere in ritirata.

La Surprise viene riparata in fretta in una baia protetta e può così ripartire alla caccia del nemico; stavolta, con un piccolo inganno, il capitano Aubrey riesce a portarsi in scia al vascello francese ma l’inseguimento porta le due navi nelle pericolose acque di Capo Horn.

Qui il combattimento non è più tra le due navi ma diventa una lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile, dalle terribili condizioni climatiche. I marinai vengono travolti da un mare in tempesta con onde gigantesche.

È in quest’epoca della marineria che prendono piede le famose definizioni dei venti a quelle latitudini: i Quaranta Ruggenti, i Cinquanta Urlanti e i Sessanta Stridenti dal rumore che il vento produceva sibilando tra gli alberi, il sartiame e le vele delle navi. Dando per scontato il finale la figura che emerge è proprio quella del capitano della nave, che sa condurre in porto e alla vittoria un equipaggio fiaccato nel morale e quasi sull’orlo della depressione.

 

Dopo anni di venti favorevoli, in cui si navigava con obbligazioni che rendevano e borse che salivano, siamo giunti inaspettatamente dalla parti di Capo Horn e siamo stati colti alla sprovvista da venti di tempesta; se delle azioni abbiamo detto, per quanto riguarda i mercati obbligazionari siamo al peggior anno dal 1842!!  (almeno secondo Edward McQuarrie, professore emerito di economia alla Santa Clara University).

Le banche centrali in tutto il mondo, in America in primis, stanno rialzando i tassi per contrastare l’inflazione, il nemico, la nostra Acheron, e questo sta fiaccando sia le borse che le obbligazioni, tutte e due inizialmente in difficoltà in un contesto di tassi crescenti.

Una delle frasi più famose del grande investitore Warren Buffett è: “Sii pauroso quando gli altri sono avidi, sii avido quando gli altri hanno paura”. Verissimo, peccato che quando gli altri hanno paura tutti hanno paura; si vede solo il mercato che scende senza valutare le opportunità.

E’ vero peraltro che nessuno ci può dire se abbiamo già toccato i minimi (in altri casi simili dal 1928 il mercato è sceso del 36% in media vs. il 20% di oggi) e –come dice un operatore di Wall Street – probabilmente le cose potrebbero peggiorare prima di migliorare.

Ma poiché “Right or wrong I’m still the Captain” vi dico: lo scorso anno ci strappavamo dalle mani titoli di stato e obbligazioni a un tasso dello 0,5% e oggi non le compriamo al 5-6%, mah

Allo stesso modo i ribassi dei mercati azionari come quello che stiamo vivendo hanno sempre costituito nella storia delle grandi opportunità d’acquisto.