La speranza di tutti, ovviamente, è che la coraggiosa campagna di vaccinazione di massa che tutti i paesi stanno cercando di realizzare possa portare in pochi mesi a vincere la battaglia contro la pandemia. Con l’obiettivo, al di là della retorica, di poter tornare alla vita di prima. E questo sarà in gran parte vero, anche se molte cose stanno cambiando e sono cambiate nello scenario dell’economia e della società.
I neologismi nell’economia
Lo dimostra il fatto che stanno entrando parole nuove che non si trovavano nei vecchi manuali dell’economia classica. Pensiamo ad economia circolare, a resilienza, a casi di rigore, a transizione ambientale, a sostenibilità. Mentre acquistano più forza elementi che sembravano qualche anno fa in secondo piano come il ruolo dello Stato, i valori intangibili, la responsabilità sociale, la rivoluzione digitale, l’impegno contro le disuguaglianze.
La resilienza
Forse il termine più significativo, anche se all’apparenza un po’ misterioso, è quello di resilienza, un termine che, secondo il vocabolario, è la capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi. E non c’è dubbio che questo periodo sia caratterizzato da difficoltà, avversità ed eventi negativi. Ma bisogna fare un passo avanti. Perché questa capacità si può esprimere su due fronti, strettamente interconnessi:
- Il primo è quello personale, potremmo dire, psicologico: è la volontà di ogni persona perché sia in grado di affrontare in maniera costruttiva le avversità.
- Il secondo fronte è quello sociale ed è la possibilità di modificare le scelte collettive in modo da rispondere nel modo il più possibile efficace ai nuovi scenari.
Le comunità resilienti si caratterizzano per tre elementi altrettanto importanti:
- la resistenza, cioè la capacità di sostenere l’impatto delle difficoltà,
- il recupero, cioè la possibilità di mettere in moto le risorse disponibili o nascoste per raggiungere gli obiettivi e
- la creatività, ultimo ma non meno importante, per trovare soluzioni nuove trasformando le difficoltà in opportunità.
Piano nazionale di crescita e resilienza.
Non a caso i paesi dell’Unione europea che intendono sfruttare i finanziamenti del programma Next generation devono presentare un progetto dettagliato che ha proprio come titolo: Piano nazionale di crescita e resilienza. Con una particolare attenzione a quattro aspetti: sociale ed economico, geopolitico, ambientale e digitale.
Il dato di fondo più importante sta nella necessità di evitare lo spreco di energie che comporterebbe lo sforzo di ricostruire semplicemente il passato. Soprattutto perché, al di là della pandemia, la rivoluzione tecnologica e l’emergenza ambientale impongono nuovi e diversi schemi di crescita sociale. Con la conseguenza che è necessario mettere in soffitta anche i vecchi modelli di analisi economica. Siamo ormai in un mondo in cui è scomparsa l’inflazione, i tassi di interesse di riferimento sono negativi e una demografica in frenata non è più un traino ad uno sviluppo quantitativo.
Un mondo in cui positivamente assumono sempre più valore le risorse umane, come dimostra la crescente attenzione ad una più completa partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Un mondo in cui si può riscoprire la qualità della vita mettendo al servizio di ogni persona la tecnologia, la ricerca, l’innovazione. Senza paura di usare parole nuove come la resilienza.
Gianfranco Fabi