La strana storia del signor Standard & Poor’s
Voglio raccontarvi la storia di un americano dal nome stranissimo. Si chiama Standard e di cognome fa Poor’s. Standard nasce a New York nel 1957, il 4 marzo del 1957 per la precisione.
Standard s’impone subito per la sua autorevolezza. In poco tempo riesce a fare 500 proseliti, i migliori che potesse trovare sul mercato. E’ un punto di riferimento in tutto il Mondo, tanto che dappertutto non si parla che di lui, dei suoi movimenti, delle sue corse, dei suoi rallentamenti. E’ davvero unico nel suo genere.
I suoi affiliati, con il tempo, sono chiamati a rispettare dei precisi parametri di qualità per i quali il signor Poor’s non ammette deroghe: chi scende sotto determinate soglie di valore esce dal CLAN e viene sostituito da un antagonista in crescita. Grazie ad una selezione sempre più accurata, Standard Poor’s diventa talmente potente da rappresentare, da solo, l’80% dell’intero panorama economico degli USA.
Le regole, come detto, per partecipare al clan di Standard sono ferree. Nessuno straniero è ammesso nel gruppo: devono essere tutti rigidamente americani ed avere almeno un valore di 6,1 mld di dollari. Proprio per questo Standard, che grazie al suo valore sempre crescente ha avuto la possibilità di fregiarsi del simbolo della & inserito tra nome e cognome, una specie di vezzo per connotarsi in maniera ancor più autorevole, ha cominciato a pubblicare, giorno per giorno, sui giornali di mezzo Mondo il “grafico” dei suoi spostamenti. Nessuno è più seguito di lui. Diventa una star televisiva. Neanche l’avvento della tecnologia può scalfirne la forza. Anzi, diventa ancora più forte grazie alla tecnologia. Ovunque sul web si parla di lui. E’ il faro, la guida.
In tanti, in questi anni, hanno cercato di emularlo. Ma come lui, ancora non c’è nessuno, nessuno con la sua storia, il suo valore.
Un giorno ad un giornalista che gli chiese cosa potesse fare un semplice cittadino per diventare come lui, per replicarne la storia e diventare altrettanto forte e creare tanto valore, Standard&Poor’s rispose:
“Non c’è niente da inventarsi. La mia storia parla per me ed indica la strada a chi vuole fare come me. Non ho fatto cose straordinarie, sono stato PAZIENTE, DETERMINATO, non mi sono mai fatto portare su STRADE SECONDARIE rispetto a quelle che avevo deciso di seguire. Insomma – sottolineò Mr.Standard, se hai un progetto, se quel progetto è chiaro ed importante, l’unica cosa che puoi fare è: portarlo a termine“.
Il giornalista non sembrava soddisfatto. “Così semplice? – Provò a replicare – così semplice? Ma su – aggiunse rivolgendosi direttamente a Standard ironizzando- dottor Poor’s non può essere così semplice, ci dia il suo segreto, la sua ricetta segreta. Quante volte ha avuto momenti di difficoltà, momenti di disagio, momenti in cui tutto sembrava essere tutto nero? In quei momenti non ha mai pensato di mollare?”.
“Mollare io? Ma lei su quale Pianeta vive? – gli rispose quasi stizzito Standard&Poor’s che utilizzò anche la dicitura 500 per imporre tutta la sua POTENZA a quel malcapitato giornalista – Lei sta cercando di dirmi che non accetta la mia risposta perché troppo semplice? E cosa vorrebbe che le raccontassi? Ma li ha visti i mie grafici? Li ha visti sì o no?”.
Il giornalista restò in silenzio.
“Guardi- riprese Standard&Poor’s 500 – mentre metteva sotto il naso del povero giornalista il grafico della sua storia – Lo guardi, lo guardi bene.
Mi dica se non è semplice, chiaro, intuitivo. Nei periodi rossi prendo fiato, mi riposo un pò, controllo che i miei 500 soci siano in linea con le regole e con i tempi. Poi, una volta fatte “le pulizie di casa”, riprendo la mia strada più forte di prima. Ogni volta che mi fermo un pò accumulo energia per crescere di più e meglio. Fate come me, seguite il mio esempio, investite di più nei momenti di pausa”.
Il giornalista restò in silenzio. Disorientato.
“Voi volete vedere sempre qualcosa di particolare ogni volta che tiro il fiato – riprese dottor Poor’s 500 – ma finitela con le vostre analisi, con le vostre considerazioni sui momenti che definite di CRISI. Ma quale Crisi. Uno non si può neanche riposare un pò? Basta con questa vostra mania di vedere sempre il marcio, il negativo, lì dove negativo non c’è. Dovreste preoccuparvi se non mi fermassi mai. Perchè allora sì che potrei commettere errori. Quindi FATE COME ME. E’ SEMPLICE. bisogna scegliere il TEMPO giusto, DIVERSIFICARE come faccio io e PERSEVERARE. Ecco, le regalo il grafico ne faccia buon uso”.
Standard&Poor’s 500 girò le spalle al giornalista.
Era il 9 marzo del 2009.
Decise che la pausa che s’era preso poteva bastare, aveva riposato abbastanza, era ora di ricominciare a correre.
Leopoldo Gasbarro