Impressionante ciò che si legge in alcuni articoli che narrano anche nel dettaglio le difficoltà di produzione industriale ma anche del vivere quotidiano nelle regioni più produttive della Cina.
Stiamo affrontando gli inizi di una transizione energetica che ci porterà un domani ad essere molto più green. Il prezzo da pagare oggi sembra non essere di poco conto.
Tra cultura economia e finanza arriviamo da una corsa di decenni che sembrava non avere fine.
Sembrava! In questi giorni riecheggiano nella mia mente le parole del primo “maestro” in investimenti.
Eravamo alla fine degli anni ‘80 e alle più svariate domande rispondeva spesso: “ogni massimo avrà sempre un minimo futuro”. Ora mi sento di aggiungere: “in finanza come nella vita.”
Abbiamo portato l’economia a produrre di più per ridurre il costo unitario all’inizio della filiera. Abbiamo aumentato la filiera per incrementare i margini e guadagni. Una capacità di produzione tale che la capacità di reddito e di spesa non può più compensare.
Ci siamo ritrovati coi magazzini pieni inventando il credito al consumo per svuotarli. Incuranti del regresso travestito da progresso siamo andati oltre finanziando a debito beni voluttuari con la prima rata a 12 mesi. Paradossalmente ora ci riscopriamo senza più tanti inutili oggetti e rate … troppe rate ancora da saldare.
I magazzini oramai vuoti perché la produzione per guadagnarci è finita dove ora, pare venire contingentata l’energia e le fabbriche sono chiuse. La popolazione si appresta ad affrontare l’inverno difficoltà oggettive nel soddisfare quelli che vengono definiti come bisogni primari. Senza prodotti senza produzione soprattutto senza lavoro. L’inflazione arriverà duratura o meno sarà il tempo a stabilirlo.
Con il Covid abbiamo scoperto che ci vogliono 5 anni per “studiare” un infermiere e forse altrettanti per formarlo. Riportare nel vecchio continente la produzione richiede capitali (che verranno bruciati sui mercati a stretto giro di posta) e tempo… tanto tempo per renderla effettivamente operativa. Ma il tempo è denaro e noi ahimè siamo ricchi. Si ma di debito.
Giovanni Cedaro