Economia

Le Marche offrono un esempio per ripartire

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Viviamo da oltre due mesi in una bolla sospesa, ristretta dal punto di vista dello spazio e dilatata dal punto di vista del tempo. Le nostre vite scorrono su schemi digitali e confinati in casa e le relazioni umane si fanno più precarie per mezzo di bit. Il viaggio è un’utopia e il concetto di estero un miraggio. In questa strana atmosfera abbiamo provato  a cercare nel campo agroalimentare un caso interessante per ripartire.

Lo abbiamo trovato nelle Marche. Qui risiede un fenomeno unico in Italia. Una “santa alleanza” di oltre 300 produttori ed enti locali, che nasce dal cibo e dal valore del territorio e diventa un’icona del “vivere all’italiana”, si tratta di “Tipicità” (www.tipicita.it ), un vero e proprio brand-ombrello per valorizzare le nostre eccellenze all’estero. Una partnership pubblico-privata costituita da associazioni ed enti locali guidate dallo stesso denominatore comune, quello del territorio marchigiano e della valorizzazione del cosiddetto “Italian style”.

Nel 2015 lo slogan di Expo è stato “nutrire il pianeta energia della vita”.  “Tipicità però già da ventotto anni persegue molto concretamente questa filosofia di intendere il nostro rapporto con il cibo e con il pianeta” afferma Alberto Monachesi, coordinatore di Tipicità.

“Dalle Marche, base di Tipicità, agli Emirati Arabi, all’Albania e poi New York, la Russia ed il Canada, sono gli scenari sui quali ci siamo presentati, con le prelibatezze agroalimentari come chiave d’accesso privilegiata. Negli anni abbiamo creato un vero e proprio format, uno storytelling dell’italianità interpretato dagli stessi autori del “saper fare”: norcini, vignaioli e olivicoltori che realizzano uno straordinario affresco vivente del genius loci all’italiana”. Il progetto comprende anche eccellenze nell’ambito del “no food”.

Ed il mondo apprezza, tant’è che Tipicità è divenuta uno dei partner privilegiati della Settimana della Cucina Italiana nel mondo, il progetto varato dal governo italiano per valorizzare non solo il Made in Italy, ma l’intero life style del Bel Paese attraverso Ambasciate e Consolati Generali.

Ma Tipicità è anche un grande laboratorio permanente di sviluppo territoriale.

Nata nel 1993 come “Festival dei prodotti tipici delle Marche” in collaborazione con il comune di Fermo, negli anni Tipicità ha allargato molto i suoi orizzonti. Di grande successo anche il Grand Tour delle Marche, un circuito di iniziative in oltre trenta tappe. Cibo e saper fare fanno da filo conduttore ad un incredibile percorso territoriale tra tartufi, olive all’ascolana, Verdicchio dei Castelli di Jesi, brodetto nelle varie declinazioni e tante altre prelibatezze, accanto agli eventi che esaltano la manualità tipica di questa regione. Nel novembre scorso, poco prima che la pandemia cambiasse le carte in tavola, Montréal ha ricevuto, su invito dell’Ambasciata d’Italia ad Ottawa e del Consolato Generale d’Italia a Montréal, la visita di una folta delegazione proveniente dalla Regione Marche per partecipare alla Settimana della cucina italiana nel mondo. La delegazione era formata da vari esponenti del mondo dell’imprenditoria, dell’istruzione, dell’agroalimentare e anche della moda, che hanno presentato i loro prodotti ed hanno stretto rapporti con i corrispettivi enti ed istituzioni locali.

«Ognuna di queste componenti, che sono poi l’espressione del tessuto sociale, culturale ed economico della nostra regione – ha spiegato il coordinatore di “Tipicità” Alberto Monachesi – ha stretto delle relazioni e sta finalizzando delle partnership sull’asse Québec-Marche.
Abbiamo chiesto a Monachesi: “Quali sono i prodotti che hanno destato un maggiore interesse nel Québec” ?
«Se prendiamo quelli agroalimentari – risponde Alberto – posso fare l’esempio di chi produce pasta di legumi, alle fave, ai ceci, ecc., che va incontro a tutte le sensibilità attuali: vegani, intolleranti al glutine, vegetariani. Le Marche hanno tanto da offrire – conclude Monachesi – ed il Québec è un territorio molto sensibile e ricettivo. Stiamo lavorando, coronavirus permettendo, per dare un seguito alla nostra visita del novembre scorso a Montréal».

La grande novità adesso riguarda il GustaPorto, manifestazione che si svolgerà il 6 e 7 giugno, a Civitanova Marche, dove inizia il Grand Tour delle Marche, un’esperienza unica nel Bel Paese che torna a vivere e offrire straordinari tesori. Esplorare una regione attraverso cibo e manualità, da attori protagonisti e in tutta sicurezza!

Immergersi tra le ostriche dell’Adriatico, partecipare all’alchimia del Brodetto, cercare i tartufi con tutta la famiglia, esplorare il Parco dei Sibillini con una salutare mela rosa, degustare le prelibatezze care al sommo Giacomo Leopardi.

Tutto questo è il Grand Tour delle Marche, che in questi mesi offre anche molte altre inaspettate esperienze.

Altra grande novità? La piattaforma digitale con la quale iniziare l’esperienza già prima di arrivare, scoprire le opportunità e costruirsi la propria esperienza su misura, con tutte le sicurezze Post Covid, continuare anche da casa a partecipare e ricevere tante opportunità “immersive”.

Un caso virtuoso di come l’Italia sa ricompattarsi intorno ai propri gioielli, alla sua incredibile storia, alle sue tradizioni invidiate in tutto il mondo e ripartire di slancio per un futuro di accoglienza ed ospitalità uniche.