L’etica che manca in finanza per creare fiducia

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Universalmente valido e per sua natura destinato a non mutare è il diritto naturale che, più o meno consapevolmente tutti noi abbiamo per la sua stessa definizione. Doverosamente la società è intervenuta specificando e regolamentando nei dettagli aspetti peculiari dell’evoluzione rispondendo alle nuove esigenze della società civile con il diritto civile, commerciale, tributario, internazionale, marittimo, ecc.

Non bastasse, si è ritenuto poi intervenire con la deontologia per disciplinare aspetti professionali nei diversi campi operativi. Oltre a tutto questo quadro normativo si è comunque sempre invocata l’ETICA, come base comportamentale negli infiniti stili e relazioni umane, commerciali e d’affari.

Perchè questa premessa? La risposta è semplice: l’ennesimo scandalo che ha interessato il sistema finanziario francese, penalizzato con multe miliardarie, con lo scopo di truffare lo Stato, è la riprova che nella Finanza ci sono ancora troppe zone d’ombra, opache e per nulla trasparenti. Nello specifico, investitori che detenevano titoli con cedole, per evitare di pagare le tasse sui dividendi, erano sollecitati da Istituzioni finanziarie a cederle a nominativi esteri, e una volta incassati i dividendi, quest’ultimi le rivendevano ai precedenti spartendosi al 50% quanto sottratto al fisco.

Altri Paesi Europei, oltre la Francia, come la Germania a suo tempo sono stati coinvolti in simili operazioni a dimostrazione che il vezzo fa parte di un certo tipo di sistema. Va altresì detto che il Sistema bancario internazionale di recente ha subito l’ennesima prova di sfiducia e da più parti si è invocato l’intervento degli Stati a salvaguardia del SISTEMA a tutela dei risparmiatori.

Di fatto, nonostante il film ‘The wolf of Wall Street’  uscito nel 2013, avesse ben evidenziato il trend comportamentale, le cose non sono minimamente cambiate, anzi, per certi versi come la comparsa delle criptovalute, è decisamente e notevolmente peggiorato nel complesso il mondo finanziario dove quotidianamente assistiamo impassibili a scorrerie con tracolli di cifre da capogiro.

Consapevoli che già il Collodi, nell”800, con la sua opera ‘Pinocchio’ mostrava, con la partecipazione del gatto e della volpe, l’albero degli zecchini, e che nel frattempo nulla è cambiato, non ci rimane che affidare i nostri risparmi solo ed esclusivamente a Istituzioni che hanno a cuore la tutela del Risparmio, che lo rispettino, e lo salvaguardino.

Affinchè ciò avvenga è oltremodo necessario che si sviluppi una incessante opera di istruzione finanziaria. Solo infatti dotando i risparmiatori di elementari basi finanziarie saranno apprezzati sul mercato intermediari seri, professionali ed attenti alle diverse esigenze e componenti di rischio dei risparmiatori. Tutto questo però non è sufficiente se, a livello normativo, non viene perseguita seriamente una politica che ripristini fiducia nelle Istituzioni finanziarie e creditizie, escludendo tassativamente dal mercato tutti coloro che minano la fiducia con il loro comportamento alquanto disinvolto.

Sono e saranno quindi auspicabili esempi di censura nei confronti di tutti coloro che si macchiano di crimini finanziari. In questo contesto, la Consulenza rappresenterà sempre un possibile baluardo associata inevitabilmente ad una maggiore istruzione finanziaria diffusa. Il Risparmio non deve essere visto come un gregge indifeso, bensì come un terreno che ben coltivato che soddisfi le aspettative dei contendenti.

Luigi Sabbadin, 30 marzo 2023

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