Quante volte è capitato, in questi giorni, di ritrovarsi al supermercato assediati dal fuggi-fuggi da fibrillazione prenatalizia, a fare a sgomitate tra la gente, con un carrello in una mano, la lista della spesa nell’altra, e il numero in testa?
No, non parlo del numero degli invitati alle cene e pranzi di famiglia tipici di queste festività. Mi riferisco, piuttosto, al budget personale: quello stabilito per gli acquisti natalizi, in particolare di generi alimentari, utile a fare ricche le nostre tavole di ogni tipo di specialità enogastronomiche, onore alle tradizioni, e di addobbi di tutti i tipi, più chic se personalizzati con decorazioni ad hoc.
Il numero in basso, a destra.
Scegliere è un lusso, si sa.
Chi può permetterselo, anche in tempi di forti rincari come quelli che viviamo, continua ad acquistare beni e servizi secondo il proprio gusto e a spendere d’ impulso. C’è, infatti, chi fa compere senza avere in tasca una lista. “Andare a braccio” è tipico del suo atteggiamento, tant’è che riempie il proprio carrello dei prodotti preferiti, senza nemmeno fare caso al numero, sempre lo stesso, quello in basso a destra: il prezzo.
Si tratta del cliente che compra, e basta, a prescindere da quanto possa essere, intanto, rincarato. Naturalmente ciò non significa che l’inflazione si abbatta, con i suoi effetti inequivocabili, esclusivamente su una parte dei consumatori lasciandone del tutto immune un’altra. Tutt’altro.
A ben vedere, infatti, i più colpiti dalla lievitazione indiscriminata dei prezzi risultano proprio le persone più avvezze ad atteggiamenti di spesa e di consumo più dispendiosi. Dunque, qual è la differenza dei rincari attuali sulle vite delle persone?
Dipende, appunto, dalle abitudini di consumo, oltre che dalle proprie facoltà economiche: vale a dire dallo stile e dal tenore di vita di ognuno, un tema di cui abbiamo, peraltro, già ragionato a proposito di finanza personale.
Pertanto, l’impatto dell’inflazione sulla gestione del proprio ménage farà, inevitabilmente, da ago della bilancia, indirizzando i comportamenti dei singoli a seconda di quanto modifichi il modo in cui una persona spende il denaro che guadagna.
L’inflazione toglie ai poveri, ma anche ai ricchi.
Mi spiego meglio.
Assodato che l’aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi è un fenomeno che, come già chiarito nel mio ultimo articolo, penalizza in particolare i percettori del reddito fisso, a ben vedere è innegabile che produca conseguenze anche a carico delle tasche delle persone più abbienti.
L’inflazione non è, dunque, una sola. L‘impennata dei prezzi è recepita, al contrario, in modo molto personale abbattendosi diversamente sul livello di benessere economico e finanziario che una famiglia può permettersi.
È indubbio che chiunque possieda un tenore di vita più elevato ne venga comunque impattato, e forse più fortemente. Poichè esposto a comportamenti d’acquisto più disinvolti e abitudini di consumo più spinte subirà esborsi di denaro potenzialmente più consistenti, in continuità con stili di vita, da sempre, più sostenuti.
A titolo puramente esemplificativo, con un’inflazione intorno al 4% annuo, ecco le perdite potenziali in conto capitale, in termini di potere d’acquisto:
il 4% di 10.000,00 € = 400,00 euro;
il 4% di 100.000,00 € = 4.000,00 euro;
il 4% di 1.000.000,00 € = 40.000,00 euro
L’inflazione è personale. D’altronde, tornando all’esempio tipico di questi giorni e al carrello della spesa, emerge con evidenza che l’inflazione si declini al plurale. Basti pensare che i costi sostenuti per ospitare a cena famigliari e amici, non si limitino al mero conteggio di quanto speso in generi alimentari e addobbi, ma si estendano anche al calcolo dei consumi domestici, elettrici e termici, anch’essi oggetto di balzi record.
Quanto si sia disposti a spendere, in ospitalità, cibo e bevande per le feste più amate dell’anno dipenderà, inevitabilmente, dagli impatti del carovita sui rispettivi budget individuali: cioè da un’inflazione personale.
Tuttavia, un aspetto appare chiaro omnibus, ed è reso esplicito da una semplice domanda:
“QUANTO CI COSTERÀ, QUEST’ANNO, IL CENONE DI CAPODANNO?”
“PIÙ DELL’ANNO SCORSO!”
Francesca Lauro, 28 dicembre 2021