Economia

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare questo racconto, scritto nel 1886 dallo scrittore Robert Louis Stevenson (lo stesso autore de L’isola del tesoro). Il racconto narra la storia, drammatica in verità, del dottor Jekyll: un gentiluomo inglese alto, educato e di buoni principi morali che – nel corso di un esperimento scientifico volto a dimostrare la teoria della dualità della personalità umana – beve una pozione e si trasforma nel terribile Mister Hyde: basso, gobbo, con braccia corte e tozze e mani pelose, ma soprattutto con una personalità sadica, egoistica, sfrenata e selvaggia. Nonostante i tentativi di far scomparire il signor Hyde attraverso nuove e più efficaci pozioni quest’ultimo riemerge sempre seguendo i suoi bassi istinti. Non svelo il finale per chi non lo conosce ed avrà piacere di leggere il libro.

Anche noi, quotidianamente mi verrebbe da dire, ci confrontiamo con il dottor Jekyll e Mister Hyde, chi sono? Ma il mercato ovviamente, Mr. Market come lo definì il grande investitore Benjamin Graham. Proprio il mercato infatti svela la sua inscindibile dualità alternando momenti in cui è benevolo nei confronti degli investitori ed altri in cui prende il sopravvento la sua parte crudele, in cui maltratta i malcapitati detentori di azioni (ma non solo) fino a sfinirli sottoponendoli a punizioni severissime.

Proprio come Jekyill dobbiamo comprendere che il mercato non è né divino né diabolico e che solo accettando la sua doppia natura possiamo ottenere i risultati sperati.

La frase è attribuita a Lenin e definisce perfettamente quanto è successo nel mondo in questo anno così complesso: “Ci sono decenni in cui non accade nulla e ci sono settimane in cui accadono decenni”.

Mi pare azzeccata, solo sei mesi fa eravamo preda del panico: l’OMS aveva da poco dichiarato il Covid-19 una pandemia e i mercati erano preda della volatilità come mai si era visto in precedenza, il prezzo del petrolio era crollato del 50% in pochi giorni e tutto scendeva a precipizio, azioni, titoli di stato, obbligazioni private e oro; nulla si salvava da questo scenario da tregenda.

I risparmiatori già evocavano scenari da fine del mondo: non ci riprenderemo più, serviranno dieci anni per rivedere le quotazioni di febbraio, vendiamo tutto almeno salvo il salvabile. A poco servivano le rassicurazioni, era la “pancia” a parlare.

Qualcuno ha mollato, non ce l’ha fatta, la maggioranza per fortuna ha tenuto duro. E cosa è successo? Che dopo qualche giorno, grazie al decisivo intervento delle banche centrali di tutto il mondo, i mercati hanno iniziato una risalita: rapida per le azioni e più lenta ma costante per le obbligazioni.

E quella che è stata la discesa più rapida di tutti i tempi si è trasformata nella risalita più rapida di tutti i tempi e, con lei, anche l’umore è tornato positivo, sfociando addirittura – in qualche caso – nella famosa euforia irrazionale che (come il panico) colpisce gli investitori portandoli a compiere sempre gli stessi errori.

Come vedete le emozioni guidano i comportamenti e sui mercati si alternano stati d’animo diversi: paura estrema a fine 2018, euforia durante il 2019 con il picco a fine anno e poi, di nuovo, panico fortissimo a marzo di quest’anno, quindi di nuovo euforia e avidità da aprile in poi, oggi neutralità, e domani?

Era il 1939 ed era ormai chiaro che gli eventi stessero precipitando: la seconda guerra mondiale stava per trascinare il mondo nella più grande tragedia della sua storia. Il governo britannico, con lo scopo di invogliare la popolazione a mantenere  l’ottimismo  e  a  non  farsi  prendere  dal  panico,  varò  lo slogan  “Keep Calm and Carry On” (Mantenete la calma e andate avanti).

Anche oggi siamo in un momento altrettanto complesso, fortunatamente non una guerra ma una sfida complessa contro un nemico difficile da affrontare perché invisibile; questo sta avendo dei riflessi (a parte quelli più ovvi dal punto di vista della salute) economici, sociali e anche finanziari. Non sappiamo quanto durerà questa situazione, quello che sappiamo però è che avremo sicuramente più possibilità di successo se la affronteremo con determinazione, disciplina, fiducia e calma.

E quindi, rifacciamoci alla storia dei mercati, che non è predittiva ma che può costituire un termine di paragone che in passato si è sempre dimostrato attendibile.