La poca chiarezza, quasi segretezza, l’omertà della Banca Centrale Europea in merito a qualsiasi dettaglio di un possibile nuovo strumento anti-frammentazione rischia di finire in una profezia che si autoavvera, poiché i mercati obbligazionari dell’Europa meridionale, incluse Italia e Grecia, stanno risentendo della pressione.
Gli investitori stanno già testando la determinazione della BCE e stanno rispondendo al suo rifiuto di rivelare nuovi strumenti di supporto, anche nella riunione di ieri di fatto, non è stato detto ancora nulla. Secondo quanto riferito, Francoforte ha deciso di non fare annunci anticipati; attiverà invece la sua nuova “arma” se e quando necessario, come ha fatto con il programma PEPP di emergenza.
Secondo molti analisti, però, il mercato obbligazionario dei Paesi in difficoltà è già in crisi, a sottolineare la velocità con cui gli spread sono cresciuti. Martedì il rendimento del decennale greco è balzato al 4,72%, quello italiano al 4% e sono il punto più alto degli ultimi 4,5 anni.
Lo spread in soli 10 giorni è già aumentato di quasi il 25%.
La riluttanza della Bce a rivelare uno qualsiasi dei suoi piani è dovuta, secondo Bloomberg, al fatto che il Consiglio direttivo ritiene che vi sia una bassa probabilità che la sostenibilità del debito degli Stati membri possa essere immediatamente messa a repentaglio. Questo perché molti paesi hanno compiuto passi significativi per gestire il proprio debito, aumentando la scadenza media delle obbligazioni in circolazione e proteggendole in qualche modo dalle variazioni a breve termine dei rendimenti.
Ma il mercato ha dato segnali opposti. La BCE è dovuta correre ai ripari, ripari che forse, non hanno sortito gli effetti desiderati. Ma saranno ancora i mercati a darci la risposta definitiva…a cominciare da oggi.
Leopoldo Gasbarro, 16 giugno 2022