L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) si riunisce mensilmente per concordare la quantità massima di greggio che ogni paese può esportare. Questo consente all’organizzazione di trovare un equilibrio tra domanda e offerta che consenta di ottimizzare i profitti.
Un cambio di passo
Nel più recente incontro, che ha avuto luogo il primo aprile, l’organizzazione ha concordato un significativo incremento dell’offerta, sorprendendo molti analisti che si aspettavano invece una conferma dei volumi esportati a marzo.
L’OPEC+ si aspetta invece che le campagne vaccinali porteranno a una rapida ripresa del consumo di petrolio. Non sono i soli: la scorsa settimane le raffinerie americane hanno processato la quantità maggiore di petrolio dall’inizio della pandemia.
Non tutti i segnali sono positivi, certo, e tra questi spicca senza dubbio l’economia europea, che si sta rimettendo in moto molto lentamente rispetto al resto del mondo. Tuttavia, la domanda cinese continua a essere forte, e quella americana è tornata a crescere.
Inoltre, anche nei settori più colpiti dalla pandemia si iniziano a notare segni di miglioramento. Per esempio, il numero di voli commerciali quotidiani sta crescendo significativamente, ovviamente nei paesi con meno restrizioni come gli Stati Uniti (i dati americani sono illustrati dal seguente grafico).
Tra maggio e luglio un aumento dell’offerta OPEC+ di due milioni di barili al giorno
L’offerta di petrolio da parte della coalizione di 23 nazioni incrementerà di 350,000 barili al giorno a maggio e giugno e 450,000 barili al giorno a luglio. Il principe Abdulaziz, il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, ha inoltre affermato che nel corso dei prossimi tre mesi il paese ricomincerà a fornire gradualmente il milione di barili al giorno che aveva volontariamente cessato di esportare.
La notizia è stata fonte di sollievo per i paesi membri dell’OPEC+, le cui economie potranno ora tornare a beneficiare dei forti introiti del greggio. La Russia e il Kazakhstan, per esempio, hanno già incrementato fortemente il loro export nei mesi di febbraio e marzo, creando discontento nel resto dell’organizzazione.
Misurare il polso dell’economia mondiale
La notizia è stata accolta con entusiasmo. Dopotutto, l’Arabia Saudita, in qualità di maggiore esportatore di petrolio al mondo, ha un’impareggiabile panoramica dell’economia mondiale. In particolare, conosce con due mesi in anticipo quella che sarà la domanda di petrolio, in quanto riceve gli ordini dalle raffinerie mondiali.
In molti sono inoltre grati del cambio di passo da parte dell’OPEC+ in quanto le politiche fiscali espansive attuate in molti stati a seguito dei lockdown hanno dato origine a una serie di mormorii inflazionistici, e se c’è qualcosa che causa una crescita dell’inflazione dieci volte su dieci, sono proprio gli aumenti dei prezzi dell’energia.
Nonostante in Europa i segni di ripresa non siano neanche lontanamente così chiari, a causa delle inefficienze ed errori che hanno segnato i nostri impegni nella salvaguardia della salute pubblica, non si può che aspettare con animo fiducioso che la ripresa dell’economia globale avvenga nelle tempistiche stimate da OPEC+ e che permei positivamente nel nostro paese.
Fonti:
Bloomberg – OPEC+ Shows Confidence in Economic Recovery With Oil-Supply Hike