Economia

Lotteria degli scontrini, chi l’ha vista?

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Come procede la lotteria degli scontrini? Quasi nessuno lo sa. A differenza, infatti, dell’altra misura cashless promossa dal Governo Conte II, il cashback, di cui tanto si è parlato, della lotteria degli scontrini non se ne parla praticamente mai, tanto che la misura sembra quasi essere ignorata (nel senso che poco la conoscono e meno la usano) da consumatori ed esercenti.

Un’impressione apparentemente confermata anche dai numeri a nostra disposizione. A dire il vero qualcuno, dopo praticamente quasi dieci mesi di attività, ci ha fornito elementi su cui ragionare. Da quanto emerso nel corso dell’audizione in Commissione finanze del Senato, del 3 novembre, svolta dal sottosegretario all’economia Federico Freni, infatti: a fronte di 5,9 milioni di codici rilasciati a 4,7 milioni di utenti gli esercenti che hanno trasmesso i dati della lotteria sono stati solo il 26,8% del totale (solo 369.000 su 1.320.000).

In sostanza, l’iniziativa sta producendo effetti inferiori alle aspettative vuoi per le ridotte possibilità di vincita, vuoi per un adeguamento tecnico (soprattutto tra i piccoli esercenti) tutt’altro che capillare. A ciò si aggiunge anche una scarsa incisività nell’uso quotidiano dello strumento da parte dei consumatori che spesso per motivi di tempo e comodità o perché lo dimenticano non offrono il codice lotteria al momento degli acquisti.

Inoltre, secondo almeno alcune associazioni di consumatori, anche l’impossibilità di fare ricorso a sistemi misti (ticket e carte) di pagamento incide negativamente sul suo successo. Di fatto, dopo l’entusiasmo iniziale, questo sembra essere rapidamente scemato.

Alcune delle cause possono essere quelle già descritte, ma potrebbe esserci qualcosa di più. L’iniziativa non è forse stata accompagnata da una adeguata campagna informativa e lo stesso meccanismo di adesione è stato percepito da molti troppo articolato per valerne la pena se paragonato alle reali possibilità di vincita.

Al momento, i numeri sono eloquenti, rimane solo da verificare se, essendo sostanzialmente l’unica iniziativa cashless di incentivo ai consumatori, in questi mesi non si verifichi un cambio di passo. Di fatto, però, la lotteria degli scontrini è stata sempre percepita come la sorella minore del cashback che, tra l’altro, dava vincite sicure, un ulteriore elemento di freno per i consumatori italiani tendenzialmente inclini al risparmio e alle certezze, (come testimoniano gli oltre 1,7 miliardi di euro depositati in banca).

Tuttavia, a differenza del cashback, cancellato perché considerato troppo esoso a fronte anche degli evidenti risultati ottenuti, per la lotteria degli scontrini dovrebbe essere in arrivo una “seconda chance” con modifiche. Queste riguardano l’introduzione di due nuove iniziative per rendere più accattivante la lotteria: una procedura di adesione semplificata attraverso la App orfana del cashback e una lotteria istantanea di fatto sul modello del “10 e lotto”.

La prima idea è in linea con la volontà di accelerare il processo di digitalizzazione dei cittadini e di aumento del dialogo con la Pubblica Amministrazione. La seconda, invece, desta qualche dubbio in più. Non è, infatti, immediatamente intuibile come una maggiore frequenza delle estrazioni possa essere in grado di produrre una relativa crescita delle adesioni senza eventuali ed adeguati correttivi che aumentino la possibilità di vincita o che ne semplifichino l’utilizzo, magari attraverso la registrazione dei metodi di pagamento abilitati proprio sulla scorta del cashback; dimezzando di fatto ciò che dovremmo avere con noi.

Insomma, il destino della lotteria degli scontrini, che all’estero ha rappresentato dei casi anche di buon successo, tra cui spicca quello del Portogallo, è destinato a proseguire per il momento. Ciò non toglie che molti dei suoi aspetti rimangano in un’area di dubbio ed incertezza. Va quindi tenuto ben presente l’insegnamento maturato negli ultimi due anni dalle altre iniziative cashless a proposito del metodo.

Ogni provvedimento di questa entità dovrebbe essere accompagnato da una certosina fase di preparazione e non solo da un’adeguata verifica dei costi, dei benefici e degli obiettivi ex ante ma anche in itinere così da verificarne lo stato di implementazione e l’adozione di eventuali correttivi. Tutti passaggi che difficilmente si riesce a compiere fino in fondo con la conseguente incapacità di comprendere completamente la reale portata delle singole proposte e il potenziale spreco di risorse pubbliche.

Maurizio Pimpinella, 11/11/2021