I primi allarmi erano arrivati dal commercio online, con aumenti spesso allucinanti di prodotti necessari ad affrontare l’emergenza pandemia. Ma ora, come segnalato nei giorni scorsi dalle associazioni dei consumatori e dai cittadini stessi, in alcuni settori i rincari stanno allargandosi anche alle attività aperte al pubblico a partire da parrucchieri e centri di bellezza, E non solo.
Comunque la giustificazione è quella delle forti spese per adeguamento dei locali, l’acquisto di strumenti di sanificazione, controllo temperatura, mascherine, guanti, protezioni varie. E del filtro di ingressi su prenotazione che riduce il numero di clienti al giorno.
Tutto vero se non si stesse perdendo l’obiettivo primario della ripresa dei consumi. Il vecchio comma “aumento fin che posso per recuperare spese e margini” potrebbe, ribadisco potrebbe, funzionare limitatamente in un periodo in cui l’economia torna a correre, ma non pare proprio che ci troviamo in questa situazione. Così il rischio, già palpabile, è che il cliente adotti alla rovescia il comma e riduca le uscite per non erodere i propri “margini”.
E allora? Visto che siamo un Paese sempre alla ricerca di alibi, per cancellarli una mossa possibile potrebbe essere quella di far scaricare al 100% tutte le spese – rigorosamente documentate – per mettere in sicurezza e operare nelle varie attività commerciali.
In questo modo l’indubbio e inaspettato onere piombato sul commercio, e che è destinato a durare per molto tempo, verrebbe ammortizzato togliendo appunto l’alibi della “tassa” Covid.
Ultimo, ma non meno importante, resta l’aspetto del numero di clienti “contingentato”. Tanti imprenditori di attività produttive hanno messo risorse proprie nelle aziende, per garantirne la sopravvivenza nel contempo (purtroppo con molti ritardi) ricevendo un supporto dalla cassa integrazione.
Il commercio sicuramente non ha avuto lo stesso, robusto piano di aiuti e si trova con un micidiale calo di fatturato. La sfida è quella di un ulteriore impegno, prolungando gli orari, lavorando, grazie anche alle deroghe stabilite dagli enti locali, pure giorni festivi.
Un sacrificio pesante, ma certamente i clienti non mancheranno, spinti da quello spirito di cercare di rialzare tutti insieme la testa in attesa di tornare a una quasi normalità.
Per il momento, però, impegniamoci tutti a mettere la mascherina ai prezzi.
Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche
Seguici sui nostri canali