Ogni anno molti attendono le feste con trepidazione, ma questa volta potrebbe essere diverso. Il motivo è lo smart working, che ha ridotto drasticamente i confini tra lavoro e vita privata.
Il lavoro è molto cambiato negli ultimi mesi, inutile negarlo. Il passaggio da lavoro in sede allo smart working a causa della crisi ha modificato profondamente il nostro stile di vita, riducendo nettamente il confine tra la sfera privata e quella professionale. Ora, alle porte del Natale, le feste che fino allo scorso anno rappresentavano per molti la pausa tanto attesa da inizio Settembre potrebbero rivelarsi ben diverse dalle aspettative.
I rischi di una routine estenuante
I cambiamenti provocati dalla pandemia sono stati profondi e repentini, specie in ambito economico. Tanto le ditte quanto i lavoratori si sono dovuti adattare alla situazione nel giro di poche settimane, ricorrendo a quello che potremmo definire come uno smart working “improvvisato”. Col passare del tempo e il prolungarsi del lockdown il sistema è stato sempre più raffinato, fino a raggiungere dei buoni livelli di efficienza. Ad oggi ha conseguito risultati tali che molte aziende e professionisti stanno considerando di rendere permanente quella che doveva essere una soluzione temporanea, ma ciò non vuol dire che lo smart working non presenti anche delle controindicazioni.
Molti lavoratori, senza più quella che era la divisione tra casa e ufficio, si sono ritrovati incastrati in casa in quella che possiamo definire come una routine infinita. Con giorni che si susseguivano tutti uguali e privati della possibilità di uscire liberamente essi hanno investito tutte le loro forze nel proprio lavoro, trasformandolo in un qualcosa di simile ad una dipendenza. Non è un caso infatti che le persone affette da sindrome da workaholism siano decisamente aumentate dall’inizio del lockdown. Adesso a ridosso del Natale, con il blocco delle attività dovuto alle feste, c’è il rischio concreto che questi soggetti entrino in crisi.
Tracciare un confine
Non serve certo dire che questo tipo di comportamento non è affatto sano: oltre a non permette di scaricare lo stress un simile continuativo rischia di privare una persona di tutte le sue energie, non consentendole mai di riposarsi davvero. È necessario dunque tracciare una linea di confine, rimettere il lavoro nella giusta prospettiva e proprio le feste ci danno l’opportunità perfetta di staccare la spina.
Il mio consiglio è quello, almeno per qualche giorno, di estraniarsi del tutto dalla sfera professionale. Per quanto possa sembrare facile approfittare di questi momenti per magari smaltire un po’ di lavoro arretrato, considerando anche le limitazioni di quest’anno, sarebbe meglio evitare. In ogni situazione di abuso è fin troppo facile oltrepassare il limite senza nemmeno accorgersene e l’unico modo per evitarlo è dare del tutto un taglio al ciclo.
Non sarebbe male anche ridurre il tempo passato davanti a PC, tablet e cellulari: il rimanere costantemente connessi potrebbe diventare la scusa per ricadere nel problema del workaholism. Quello che potete fare, per ristabilire un rapporto sano con lo smart working, è questo: distaccatevi totalmente dalla vostra classica routine fatta di schermi, incarichi e videocall durante queste feste. Leggete, rilassatevi, passate un po’ di tempo con la vostra famiglia. Come diceva anche Aristotele: “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi del tempo libero“.