Alla ricerca di nuove risorse
Il progresso della tecnologia e i sempre maggiori dubbi sulla sostenibilità della continua crescita della popolazione stanno rendendo sempre più plausibile l’idea di una colonizzazione della Luna o di altri pianeti. La sua vicinanza alla Terra e la sua geografia ben studiata rendono il satellite il miglior candidato per una colonia umana nello spazio, anche se, per il momento, i campioni di roccia riportati sulla Terra hanno mostrato la quasi assenza sulla superficie lunare di quegli elementi chimici leggeri essenziali per la vita.
Tuttavia la presenza di minerali cruciali per la produzione tecnologica e la transizione energetica/digitale, tra cui spicca il titanio, unita alla loro disponibilità limitata sulla Terra, rende la prospettiva di estrazione dalla Luna particolarmente attraente. L’esplorazione del suolo lunare, pur portata avanti sin dalle prime missioni Apollo, ha assunto solo nel corso dell’ultimo decennio un interesse geo-economico. La crescente importanza di diversi minerali, unita alla competizione globale tra USA e Cina, ha dato il via a una vera e propria corsa alla Luna, favorita anche dal fatto che le tecnologie necessarie per estrarre minerali dal suolo lunare sono già disponibili (o lo saranno a breve).
Obiettivo Luna
Alcune delle più grandi agenzie spaziali prevedono un ritorno sulla Luna entro il 2030: la nuova “economia lunare” sta infatti democratizzando nuove frontiere per le start-up dalle ambizioni interplanetarie.
Dopo Stati Uniti e Cina, che negli scorsi mesi hanno completato numerose missioni con rover tra Luna e Marte, è stata la volta dei privati con un nuovo volo turistico realizzato dalla Blue Origin di Jeff Bezos.
Bezos ha anche annunciato di aver proposto alla NASA un prezzo inferiore nel contratto per il sistema di atterraggio umano (HLS) in vista del prossimo programma Artemis (che prevede l’arrivo della prima donna e del prossimo uomo sulla Luna entro il 2024) rispetto alla cifra concordata dall’Agenzia spaziale americana con l’azienda Space X di Elon Musk: ecco che dunque si apre la competizione anche tra privati per la conquista dello spazio.
La Lunar Economy
Sono molte le aziende che ambiscono alla costruzione di una nuova “economia lunare”, e che stanno già progettando metodi di estrazione di risorse minerali sulla superficie lunare anche nel prossimo futuro. La Luna, inoltre, potrebbe anche essere la porta di accesso verso altri pianeti come Marte.
I governi, ma soprattutto le aziende private, intravedono ormai da tempo grandi opportunità commerciali sulla e grazie alla superficie lunare: si prevede che, con l’aumento delle tecnologie disponibili, la ricchezza generata dall’economia spaziale possa passare dagli attuali 350 miliardi di dollari su scala globale a circa mille miliardi di dollari entro il 2040. Le risorse di questa accelerazione fanno riferimento a tre categorie fondamentali: il cambiamento climatico, la sicurezza, le telecomunicazioni.
Quali saranno queste risorse? Lancio di satelliti, telecomunicazioni spaziali, esplorazione dello spazio profondo, atterraggio sulla Luna, osservazione della Terra, sfruttamento degli asteroidi, eliminazione dei rifiuti spaziali, turismo spaziale, ricerca spaziale e produzione industriale per sostenere l’attività umana nello spazio.
La nuova profittabilità delle attività spaziali
Se nel passato tutte le attività erano riservate al dominio pubblico, ciò era in parte dovuto anche agli enormi costi da affrontare per accedere allo spazio, alla complessità e ai rischi connessi. Ma le cose sono cambiate: lanci meno costosi, razzi riutilizzabili e possibilità di utilizzare nuovi carburanti aprono la strada a sempre più aziende, come dimostra il campo dei lanci satellitari. OneWeb, SpaceX, Planet, Spire e Amazon hanno lanciato il 10% del totale dei satelliti dal 2016, e ci sono 200 aziende più piccole che collaborano con questi giganti industriali e che si preparano a lanciare 25.000 satelliti nei prossimi quattro anni.
Anche l’Unione Europea sembra aver compreso le enormi potenzialità del settore: all’interno dell’aggiornamento della EU Industrial Strategy del maggio 2021, la Commissione UE ha avviato la creazione di un’alleanza industriale sui lanciatori spaziali, che dovrà unire gli Stati membri e le industrie del Vecchio Continente nella creazione di campioni europei in questo specifico settore.
Dunque si è aperta una nuova frontiera per il futuro del pianeta e per la sua economia. Lo spazio diventerà a breve un nuovo dominio dell’attività umana: speriamo che l’uomo, a questo giro, sappia giocare meglio le sue carte.
Umberto Macchi